Quante volte ne abbiamo parlato; il Napoli di De Laurentiis è partito da zero, girovagando tra Cercola, Casoria, Palma Campania, Marano; mappe della ricostruzione del settore giovanile del Napoli.
Se la macchina del tempo si sposta nel passato, ci si rende conto che è stato compiuto un lavoro incredibile, considerando Insigne, Ciano, Maiello, Sepe, ma anche i ’94 e i ’96 che formano il gruppo della Primavera prima in classifica nel girone C. In quel contesto disordinato, però, si è perso anche qualche talento, che rinforza la quota degli scugnizzi bravi a fare le fortune di altre compagini del Nord o estere. In Ascoli-Napoli 6-1 ha fatto gol agli azzurrini di Ciro Muro Solitro, un trequartista che indossa la maglia numero 10 degli Allievi Nazionali dell’Ascoli, bocciato nel vivaio azzurro per la sua struttura fisica. Furono preferiti a lui altri ragazzi dotati di maggiore fisicità, scelte obbligate, dovute ai limiti di una struttura che non riesce a lavorare in maniera personalizzata sui ragazzi.
Ci sono poi anche i casi più noti come Trotta, attaccante classe ’92 ora al Fulham o Marciano, trequartista classe ’95 passato alla Fiorentina, che dopo sei mesi di prestito al Taranto, l’ha ceduto a titolo definitivo alla Pro Vercelli.
La storia, però, più eclatante è quella di Gennaro Acampora, centrocampista classe ’94 della Primavera dell’Inter. Per quattro anni ha indossato la maglia azzurra; la sua avventura è iniziata il 19 Settembre 2005, giorno di San Gennaro, ed è terminata nel 2009, quando gli è stato concesso lo svincolo.
Gennaro comincia dalla scuola calcio “Giuseppe Barbella” di Casoria ma per lui è subito tempo di stage. Vive la prima esperienza a Cesenatico, a scuola da Maradona e Bagni che gli mettono il massimo dei voti in quasi tutte le voci della scheda, tranne la velocità. Non è certo l’accelerazione il suo principale pregio, ma la visione di gioco ed i piedi raffinati, con cui è capace di fare giocate che illuminano gli occhi. L’osservatore Eduardo Maresca lo segnala al Napoli che lo aggrega agli Esordienti, all’epoca guidati da Nicola Liguori, attuale allenatore dei Giovanissimi Nazionali.
Acampora impressiona subito per le qualità tecniche, i genitori degli altri ragazzini commentano sempre entusiasti le sue giocate. Ad un torneo di Natale a Roma vince i premi di miglior calciatore e miglior cannoniere. Liguori gli consegna la fascia di capitano; sono gli anni in cui sperimenta il 4-3-3, modulo che ha rappresentato l’anima di tutte le squadre da lui allenate. Il mister punta a far crescere il giovanissimo Acampora anche sotto il profilo della fase di copertura, cercando di aggiungere queste qualità al suo importante repertorio tecnico. I doveri della tattica e la volontà di Gennaro di sprigionare il suo talento negli ultimi venti metri: un dibattito che diventa ancora più serrato quando nei minigiovanissimi regionali l’allenatore Attanasio lo schiera da terzino sinistro.
Acampora si sente bloccato, sa di poter fare di più; nel frattempo comincia a mettere su qualche chilo di troppo, un problema che si trascinerà anche negli anni successivi. Nella stagione 2008-09 la vicenda decisiva prima della separazione. Arriva nei Giovanissimi Nazionali, il gruppo dei ’94 che oggi forma la Primavera prima in classifica nel Girone C, Giuseppe Fornito; il ragazzo di Trebisacce nelle gerarchie di Liguori va ad occupare la posizione di interno sinistro di centrocampo. Per Acampora c’è meno spazio, scampoli di partita in cui talvolta riesce anche a mettere in luce il suo talento.
Le ruggini tra l’ex dg Marino ed il comitato regionale campano della Figc portano all’esclusione del Napoli dai campionati giovanili regionali. Chi non rientra nei piani dei Giovanissimi Nazionali viene dirottato ad un gruppo di ragazzi guidato da mister Supino che non gioca partite ufficiali, ma solo allenamenti ed amichevoli. Il rapporto diventa sempre più problematico fino alla richiesta di svincolo compiuta dal padre e che il responsabile del settore giovanile Giuseppe Santoro a malincuore ritenne di dover esaudire, vista la situazione creatasi.
Acampora e suo padre si giocano una sfida: puntare tutto sul calcio. Entrambi sono consapevoli che possono farcela e comincia il giro d’Italia alla ricerca di una squadra: Frosinone, Padova, Parma, Genoa. Rifiuta destinazioni come Paganese, Sorrento, vuole trasferirsi fuori regione, misurarsi in altri contesti; compie un piccolo passo indietro solo quando prova a rientrare nel Napoli. Il responsabile del settore giovanile Luigi Caffarelli non ama il rientro di giocatori svincolati in passato e il ritorno del figliol prodigo non avviene. Per Acampora è ancora il tempo di lottare; ma la mancanza del calcio lo porta a non curare con disciplina la forma fisica ed i chili di troppo aumentano. “Come facciamo a prendere un giocatore in queste condizioni atletiche?”, è questa la domanda di osservatori e dirigenti durante i vari provini. La determinazione, però, apre delle porte che spesso non t’aspetti. Per Acampora la svolta si chiama Spezia Calcio. Il responsabile del settore giovanile è Gladis Conti, protagonista dell’intuizione che cambia la vita di Gennaro.
Stavolta è Conti a giocarsi una sfida. “Diamoci quattro mesi di tempo, seguiamolo e vediamo cosa riusciamo a fare”. Gennaro raccoglie l’impegno e nella splendida struttura di Spezianello recupera la forma fisica e compie due ottime stagioni: una negli Allievi Nazionali ed una nella Berretti, conclusasi anche con il debutto in prima squadra nella gara di ritorno della finale di Coppa Italia Lega Pro contro il Pisa all’Arena Garibaldi.
Il bello, però, deve ancora venire. Acampora passa all’Inter in prestito con diritto di riscatto della metà fissato alla cifra di 300mila euro. Gennaro è quindi acquistato dalla compagine che ha puntato maggiormente negli ultimi anni sul vivaio tirando fuori Balotelli, Santon, Livaja, Longo ed altri, compreso l’allenatore Stramaccioni. Porta a casa anche la soddisfazione della convocazione in prima squadra per l’amichevole estiva contro il Bizentin e l’ebbrezza di confrontarsi in un palcoscenico internazionale come la Nextgen Series, a cui partecipa la Primavera nerazzurra.
Acampora ha vinto la sua battaglia ed è pronto a raggiungere altri traguardi. E’ un centrocampista di grandi qualità, destinato a immaginare luoghi diversi dal San Paolo in cui esplodere. Un peccato che potrebbe ripetersi con altre giovani creature azzurre. Ancora lo Spezia come trampolino di lancio; è la storia di Marchitelli, punto fermo della Primavera di Pietro Fusco convocato anche in prima squadra lo scorso 13 Ottobre per Spezia-Ternana, e l’altro è Daniele Franco, regista che entusiasma il capo osservatori del club ligure Claudio Vinazzani. Lo Spezia punta su questi due ragazzi e sta strutturando percorsi specifici per farli emergere. C’è anche Luigi Amico, una macchina da gol nel vivaio azzurro fino all’anno scorso dove ha pagato problemi fisici. Svincolato in estate, ora è nella primavera della Ternana, dove può ambire ad obiettivi importanti per la sua carriera.
Potrebbero esserci altri rimpianti azzurri, stimoli per crescere ulteriormente e non perdere più nessuno per strada.
A cura di Ciro Troise e Gilberto D’Alessio
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