Aveva 17 anni Leandro Damiao quando giocava per 10 euro a partita e se poteva, per mettersi in tasca qualcosa in più, ne disputava fino a tre in una domenica, anche con squadre diverse. Piccoli club amatoriali della zona ovest di San Paolo, dai nomi improbabili come Tupycity oppure Nostradamus. Poi l’incontro con un piccolo impresario, Joao Bosco, che vedendolo gli propose di andare a giocare a Indaial, nello stato di Santa Caterina, 35 euro al mese, ma c’erano compresi anche il vitto e l’alloggio. Uno dei momenti più difficili per l’attaccante: «Mi allenavo, guardavo la tivù e dormivo – ha raccontato – d ormivo molto perché non avevo niente da fare. E la “saudade” per la mia famiglia era grande. Tante volte sono stato tentato di prendere l’autobus e tornare a casa». Ma lì è arrivata la svolta nella carriera perchè poi cominciò a impressionare gli osservatori della zona e fu preso dall’Atletico de Ibirama.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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