Quando le partite sono così appiccicose, quando stentano a prendere una piega netta, chiara, indiscutibile, si dice sempre che è l’episodio a decidere. Già, ma chi decide l’episodio? Risposta facile: i giocatori di qualità. Ieri sera la qualità era tutta da una parte, quella della Roma. Anzi, a dire il vero era quasi tutta nei piedi di Pjanic, appena qualificato al Mondiale per la prima volta nella storia della Bosnia. In un momento di assoluto splendore come questo, un giocatore di talento ha deciso la partita con una doppietta basata su due episodi: la punizione e il rigore.
Ma è della qualità assente che dovremmo parlare per cercare di spiegare perché il Napoli, quando era al massimo della sua pressione (i primi 20 minuti della ripresa), non ha mai fatto paura a De Sanctis. Il suo ex portiere è stato decisivo nel primo tempo su Pandev, in un’azione nata da un’uscita fuori tempo di Benatia, ma in quel difficoltoso inizio di ripresa della sua squadra non è mai intervenuto in partita. Quello doveva essere il momento di Hamsik, che invece ha sbagliato partita. Poteva essere anche il momento di Callejon, che non si è quasi mai visto, e che invece non fosse il momento di Pandev lo si è capito quando Benitez lo ha richiamato in panchina per far entrare Higuain. Il giocatore di talento del Napoli è Hamsik, è lui che l’anno scorso ha attinto dal suo pozzo di tecnica e ha dato alla squadra gioco, tecnica, idee, in una parola qualità. Ieri sera, lo slovacco è andato in collo a De Rossi che, come tutti sanno, gioca ormai stabilmente davanti alla difesa con risultati notevoli, e da lì non si è mai mosso. Hamsik ha perso tutti i confronti, non ha tenuto palla, non ha smistato rapido, non ha mai alzato il livello della manovra e non è mai stato pericoloso. E questo mancato contributo di qualità è stato pagato a caro prezzo da Benitez. Di episodi, visto che di questo stiamo parlando, in cui Hamsik abbia dato qualcosa di se stesso non se ne sono visti. Solo Insigne ha tenuto su l’attacco del Napoli. C’era Prandelli in tribuna, ma dubitiamo che sia questa la ragione per cui solo lui, in una partita del genere, abbia dato alla squadra un po’ di quello che mancava. E’ stato fin troppo corretto in occasione del palo (se va giù è rigore e scatta il rosso per Maicon), poco prima si era inventato un assist straordinario per Pandev, ma tutto questo non è bastato. Insigne, oltre che giovane e piccolo, era solo. I grandi lo avevano abbandonato.
Fonte: Corriere dello Sport
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