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La stampa genovese tuona: “Azzurri come la Juve”

Tre partite in casa, tre rigori contro. Due c’erano, il terzo no. Il terzo ha deciso Sampdoria-Napoli (0-1, Cavani) e la Sampdoria non l’ha presa bene. «L’arbitro è stato perfetto nella gestione della “sua” partita» ha detto l’allenatore Ferrara.Il direttore generale Sagramola ha commentato: «Non mi è piaciuta la gestione della partita, comunque giudicare un’azione come quella del rigore, così veloce, anche se ci sono gli arbitri di linea, non era facile». Gastaldello ha semplicemente affermato: «Il fallo era fuori area.Non critico gli arbitri, vorrà dire che la prossima volta l’errore sarà a nostro vantaggio ». Il punto è questo. Ultimi tre arbitraggi nettamente a svantaggio della Sampdoria. Risultati conseguenti: pareggio interno contro il Torino, pareggio esterno contro la Roma, sconfitta interna contro il Napoli. La Sampdoria si ferma quando gli arbitri iniziano a fischiare contro? Siamo alle solite, si dirà che siamo a puntare il Palazzo…Però dai, un po’ curioso lo è. Una squadra che si trova lassù dove nessuno se l’aspettava, una squadra neopromossa che supera Milan, Siena e Pescara, gioca bene ed è quadrata, inizia a perdere colpi e terreno soprattutto a causa di Calvarese per poi mezzo inciampare con Mazzoleni e cadere infine per mano di Tagliavento. In questa stagione la Sampdoria non aveva ancora perso una partita, nemmeno un’amichevole. Per ritrovare una sconfitta doriana bisogna andare a Varese- Samp 3-1 giocata il 26 maggio scorso. Si sapeva che sarebbe potuto succedere contro il Napoli, arrivato a Genova con credenziali ottime: nessuna sconfitta, un solo pari (a Catania) undici gol fatti, due soltanto subiti (tra l’altro entrambi al San Paolo). È successo, la Sampdoria ha perso ma l’uno a zero finale non è che in in minima parte la sintesi di quel che ha fatto vedere la partita. Del rigore concesso dallo sbadato Tagliavento abbiamo detto. Quel che ci ha messo in più il Napoli è stata una conduzione molto saggia della gara. Mazzarri ha detto: «La Sampdoria ci ha messo in grande difficoltà. È una buona squadra con ottimi giovani. Triplicavano le marcature, si vede che sono messi bene in campo da Ferrara». Gli azzurri hanno saputo difendersi, rinculare, aspettare. Per tutta la partita si sono affidati solamente a un’unica azione, che dipendeva da un unico uomo: Hamsik. Giocatore straordinario che si accende a tratti ma in quei tratti è devastante. Al 17’ primo tempo sfrutta un fallo di Krsticic che lo trattiene senza riuscire a tirarlo giù, lui piroetta attorno all’avversario, va via, salta altri due uomini e tira. Lo slovacco fa questo tipo di azioni, poi si ferma e torna “in sonno”. Quindi se gli ricapita una palla buona si riaccende. La sensazione di pericolosità è costante. Così, quando nel secondo tempo sfrutta l’errore doriano (soprattutto Costa che esce mentre dovrebbe attendere) si ha immediatamente l’impressione che possa fare male alla Sampdoria. Gastaldello lo sgambetta fuori area ma Tagliavento fischia il calcio di rigore. Entra in funzione l’altro campione dell’attacco azzurro, Cavani il Matador che colpisce con un tiro a fil di palo intuito ma non respinto da Romero. Una partita giocata male e trascorsa soprattutto a difendere e contropiedare, un gol rubacchiato: il Napoli segue la scia della Juve, in tutti i sensi. Ferrara è amaro: «Prima o poi doveva accadere, accade nel giorno in cui non lo meritiamo». La Sampdoria perde ma fa la partita che deve fare: concentrata, grintosa, a tratti bella anche se senza Maxi Lopez, Pozzi, Maresca, anche se rimasta in dieci, anche contro una formazione che si conosce da anni ed è di qualità molto superiore. Ferrara ha scelto, come previsto, di non schierare Icardi dal primo minuto. C’è Eder a fare il centravanti con Soriano ed Estigarribia ai lati. A centrocampo il posto lasciato vacante da Maresca è stato affidato a Krsticic («Il mio ruolo preferito, ma gioco dove dice il mister»): a destra ancora “Munarone” e a sinistra Obiang. La difesa è sempre la stessa da sei partite con Berardi, Gastaldello, Rossini e Costa. Quattro-tre-tre contro il 3-4-1-2 del Napoli che riconferma se stesso: squadra uguale a quella che ha sconfitto la Lazio al San Paolo in settimana. Il tema tattico della gara è unico, con varianti minime: grande compattezza della Sampdoria che con questo accorgimento evita che Mazzarri faccia la sua mossa preferita, quella di “strappare” gli schieramenti, ovvero allungare le squadre in modo da giocare con rapidi capovolgimenti di campo e sfruttare la velocità e il dribbling dei suoi attaccanti. Ferrara, grazie alla compattezza dei reparti doriani, impedisce che possano partire Cavani e Pandev,rende il gioco di Maggio e Zuniga compresso, obbliga Inler e Behrami (fallo di mano quando era già ammonito,andava espulso) a movimenti brevi. Il solo che riesce talvolta a scrollarsi le briglie è Hamsik. Lo schema principale offensivo doriano è invece cercare di sorprendere i tre difensori centrali con lanci in profondità a Eder che ha la meglio sullo spunto nei confronti di Cannavaro e Gamberini, mentre un po’ peggio se la vede con Campagnaro. Soriano ed Estigarribia devono essere pronti a sfruttare le sponde e i vuoti lasciati dai raddoppi su Eder. In più, concentrazione massima alla ricerca di corner e punizioni: l’episodio favorevole, si sa, può spesso venire da lì se le gare sono bloccate. Funziona quasi tutto perfettamente, la Samp è spuntata ma potrebbe segnare con Estigarribia ( taglio) e Gastaldello (zuccata su punizione). Vanno al tiro pericoloso anche Soriano e Pedro. Il Napoli fa meno ma basta: si accende Hamsik e Tagliavento vede male. Pazienza Samp e applausi a fine gara.

Fonte: Il Secolo XIX
La Redazione
L.D.M.

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