Campo canta: e da Eindhoven partì un messaggio, custodito nella memoria di Mazzarri, poi riletto nel freddo ucraino e infine attuato per quel che si può. Si cambia e però con giudizio: senza dimenticare il campionato, senza ignorare l’Europa, senza soprassedere sugli equilibri da garantire ad una squadra che va «al dentro o fuori» con qualche titolarissimo in più, non tanti, quelli ritenuti compatibili con il progetto. La rifinitura serve, ma fino ad un certo punto, perché la squadra è fatta e rispetto al match d’Europa League in Olanda ha qualche presenza in più ovunque: a centrocampo, soprattutto, dove servono muscoli e anche lettura della gara.
DIFESA – Esce Cannavaro, rispetto al Psv, ed entra Gamberini: che va a destra, il suo ruolo naturale, e con Aronica, che torna a sinistra, va a fare da collante intorno a Fernandez, cercando di conferire, con il siciliano, ulteriore solidità e trasmettere maggior sicurezza all’argentino. In porta tocca sempre a Rosati, il portiere di Europa League, che contro il Psv ha sbagliato in avvio e poi però ci ha messo molto del suo per contenere la sconfitta.
CENTROCAMPO – Le corsie sono rinnovate: però Dossena ha giocato con il Liverpool e di questo Napoli è un pilastro «storico», e Mesto dovrebbe avere rimemorizzato i movimenti di Mazzarri, imparati negli anni di Reggio Calabria e poi (ovviamente) dimenticati. E’ in mezzo la novità: Donadel resta a fare il mediano di costruzione ma al suo fianco, stavolta, ci sarà Behrami, che ha gamba, che ha corsa, che ha la condizione anche mentale per portare il pressing. Tra le linee, in Olanda, c’era El Kaddouri, dimostratosi ancora tenero per taluni appuntamenti: Mazzarri stavolta sistema Dzemaili nel ruolo che solitamente è di Hamsik, lo lascia probabilmente scivolare sulla linea dei centrocampisti e gli concede delega per fare l’elastico tra fase attiva e passiva, tra occuparsi dell’interdizione della rifinitura, tra la copertura e l’incursione.
ATTACCO – Tocca di nuovo ai baby gol: Vargas ha cominciato di lusso, con una tripletta contro l’Aik, e dunque ci riprova. Farà la punta centrale, il vertice alto, giocando come una volta Pato nel Milan; alle spalle, in verticale, si sistemerà Insigne, che dovrà andarsi a cercare lo spazio per intrufolarsi con le sue leve e per provare qualche incursione letale. L’«altro» Napoli starà in panchina e penserà soprattutto al Chievo, domenica in notturna: le risposte di stasera dovranno riservarli quelli del giovedì. E campo canta, anche per il futuro….
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro