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La sentenza che fa sperare Diego «Contratti d’immagine non fittizi»

L’appuntamento è fissato per stamattina alle 11. Nella sala «Masaniello» al corso Umberto, Maradona, con il suo avvocato Angelo Pisani, spiegherà perchè non si sente un evasore fiscale. A sostegno della tesi, sarà mostrata la sentenza della commissione tributaria d’appello, depositata il 29 giugno del 1994. Diede ragione ai ricorsi di Careca e Alemao che avevano contratti simili a Maradona per lo sfruttamento pubblicitario della loro immagine. Un contratto, parallelo a quello della prestazione calcistica, firmato da società (per Diego, la World winner) nate per la gestione dei diritti d’immagine. Maradona (in quel periodo preso da problemi più gravi) non si costituì in quel giudizio d’appello, né lo fece per lui alcun avvocato. Eppure, ed è qui la beffa, i magistrati scrivono che, se lo avesse fatto, Diego avrebbe avuto ragione come Careca e Alemao.
«Il motivo di appello dei calciatori Careca e Alemao è fondato», scrivono i giudici, aggiungendo: «Nessuna interposizione fittizia di società nei contratti, per eludere il fisco». Poi, il riferimento a Maradona in quanto controparte del Calcio Napoli, che invece aveva depositato appello in quel giudizio.
«A non diversa soluzione conduce l’esame della posizione del calciatore Maradona», si legge nella sentenza. Che spiega: non ha rilievo che il contratto con la società di sponsor sia contemporaneo a quello di ingaggio; l’ammontare della retribuzione da ingaggio fa riferimento alla tabella Coni; il legame di Maradona con la società sponsor era precedente al rapporto con il Calcio Napoli.
In sostanza, la sentenza sostiene che non c’è prova che Maradona abbia utilizzato in maniera fittizia le società che gestivano la sua immagine, per integrare i compensi del Napoli eludendo il fisco. E conclude: «Se ci fosse stato un beneficio, avrebbe riguardato le società sponsor, persone giuridiche, non i calciatori». A sostegno delle conclusioni favorevoli, viene ricordata anche l’archiviazione per Maradona nell’inchiesta sulla presunta evasione fiscale avviata dal pm di Napoli, Luigi Frunzio. Lapidaria la conclusione: «Nemmeno per il caso Maradona l’Ufficio ha prodotto nuovi elementi di prova».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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