NAPOLI – Questa è vita: vedi Napoli e ti muovi, la attraversi per intero, vai al largo fino a Capri e fa niente se capita un’incidente. Il mondo visto da Posillipo è una cartolina da restar senza fiato, un abbraccio quotidiano soffocante però gratificante: e fa niente se alle spalle c’è Madrid, il respiro internazionale d’una Capitale con una storia e la Real casa…. «Qui la gente mi dimostra quotidianamente il proprio affetto e mi sostiene» . Si scrive Higuain e si rilegge un’esistenza per nulla grama e però – si sospetta – insoddisfacente: con la gloria da (con)dividere in tanti, in troppi e la maglia da tagliare almeno in due. «Si soffre quando c’è da competere con Benzema» ….
«ORA SONO IO» – C’era una volta il Real Madrid, il fascino indiscreto di uno dei club più apprezzati nell’universo, la dimensione onirica e però anche gli eccessi da galacticos che non placano il desiderio di chi ha segnato centosette reti in centonovanta partite, vincendo tre campionati, una Coppa e due Supercoppe: c’era Higuain, il principe blanço del gol, titolare a corrente alternata, una sì e due no, e dunque un uomo tormentato, che un bel giorno, quand’è spuntato il Napoli, non ci ha pensato a lungo e si è lasciato alle spalle il Bernabeu e gli splendori di un’epoca comunque indimenticabile. «Perché al Real ci sono stati momenti in cui mi sono divertito ed altri no» .
LA FESTA – Il calcio è una giostra dalla quale si può anche decidere di scendere, per provare nuove ebrezze: Higuain parla a La Sexta e s’intuisce quali corde siano stati pizzicate da Bigon e da Benitez per portarlo via da quell’eden nel quale, però, c’era felicità ad intermittenza. «Quando si sta senza giocare si soffre, così come doversi confrontare sempre in ogni partita con Benzema» . Una sfida intestina che evidentemente ti inaridisce e che, probabilmente, ti succhia energia ed il piacere di continuare ad essere te stesso: ma il mercato garantisce comunque nuove possibilità e il Napoli ha colto i disagi del pipita, l’ha blandito, l’ha corteggiato, l’ha trascinato di peso in una città già innamorata persa del proprio bomber, al quale non fa mancare calore. «E qui mi viene sempre dimostrato affetto e sono sostenuto» .
CINGUETTIAMO – E’ il momento di Higuain, una maglia a prescindere: perché un attaccante del genere ha la precedenza; e perché un centravanti che in pochissime settimane si è già messo a disposizione degli schemi è garanzia per l’allenatore e per compagni. «Io al Real giocavo una partita sì ed una no» . A Napoli, manco a dirlo: due su due, una rete al Chievo e il riconoscimento collettivo d’una vocazione all’altruismo, come ribadito attraverso l’assist per Callejon, come sottolineato nello sviluppo d’una manovra alla quale el pipita si concede in tutte le proprie forme, fungendo da terminale offensivo o da sponda o da boa o nel pressing o nel forcing. L’Higuain che non t’aspetti è altro ancora, pure fuori dal campo: è in quella carineria per i propri compagni della Nazionale, ai quali ha dedicato un tweet dopo la vittoria in Paraguay: «Voglio congratularmi con voi per la grande partita e per la qualificazione al Mondiale, ottenuta al termine di un durissimo girone. Ora ci sono due partite e dobbiamo fare bene» . Prim’ancora, l’Atalanta e il Borussia Dortmund: questa è la vita di Higuain.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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