La strada dei diritti di superficie, quale chance amministrativa importante per risolvere il problema della proprietà del San Paolo e avviare l’iter per la sua ristrutturazione l’ha lanciata uno dei massimi esperti del settore, Dario Boldoni, un paio di mesi fa proprio dalle colonne de Il Mattino. Ebbene, ora sembra proprio che Comune e Società sportiva calcio Napoli abbiano trovato l’intesa proprio su questo punto. Ma cosa sono i diritti di superficie? Semplicemente acquistare in diritto di superficie significa acquistare la proprietà dell’immobile, ma non quella del terreno che rimane di proprietà del Comune, in genere per 99 anni rinnovabili di altri 99. In questo modo vengono formalmente separati la proprietà del suolo e la proprietà della costruzione, specificando i termini temporanei o a tempo indeterminato a cui è soggetto il contratto tra le due parti. Una questione disciplinato dall’articolo 952 e successivi del Codice civile. Il concedente (cioè colui che acconsente alla cessione del diritto di superficie, in questo caso il Comune) è obbligato dalla legge «ad acconsentire all’edificazione dell’opera in accordo e a non destinare il suolo concesso ad altri usi non inerenti al contratto formale». Il concedente mantiene i diritti di proprietà sul suolo, ma può entrare in possesso della costruzione solo alla scadenza dei termini temporanei fissati nel contratto. Da parte sua, il superficiario (cioè colui che detiene il diritto di superficie, il Calcio Napoli) «ha facoltà di costruire sopra o sotto il suolo concesso e a mantenerne il possesso entro i termini stabiliti che possono essere anche indeterminati. È suo dovere mantenere e curare la costruzione. Il superficiario può anche riscattare il diritto di superficie acquistando la proprietà del suolo e godendo così del pieno diritto sull’intera proprietà». La sostanza giuridica che interessa al patron Aurelio De Laurentiis è che in termine di legge equivale a tutti gli effetti al diritto di proprietà, dunque può patrimonializzare la società e nel rispetto delle leggi urbanistiche apportare le modifiche al San Paolo. L’iter amministrativo e politico non è semplicissimo, ma la sensazione è che il Comune soprattutto da un punto di vista politico sia già molto ben messo. A stabilire il valore dei diritti di superficie è l’Agenzia del territorio, quindi occorre portare il San Paolo tra i beni disponibili e qui serve l’ok del Consiglio comunale ecco perché una convenzione buona è foriera anche di un accordo politico tale da potere far scivolare in aula piuttosto rapidamente l’atto. A seguire l’indizione di procedura aperta per il conferimento del diritto di superficie, per la gestione e ristrutturazione dell’impianto. Serviranno circa 4-6 mesi ma nel frattempo, come ha precisato il patron, lo stadio si costruisce fuori, in cantieri ad hoc per poi trasportarlo a pezzi a Fuorigrotta. La scommessa è un nuovo San Paolo in 2 anni.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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