No, non può essere un caso. Non lo è mica, se Rafa Benitez ha deciso di puntare su un certo tipo di giocatori per rinforzare la squadra e, soprattutto, per incrementarne lo spessore internazionale. Personalità, carattere, abitudine a lottare (senza assilli) per i grandi traguardi. In un solo concetto: mentalità vincente. Quella stessa che, da un certo punto in poi, gli ha permesso di essere universalmente riconosciuto anche solo come Rafa e soprattutto di mettere in fila sulla bacheca di casa dieci trofei dieci. Quel quid, quel qualcosa in più che gli azzurri dovranno dimostrare di avere nel dna sin da domani con il Bologna. Passo cruciale.
LA RIVOLUZIONE – E allora, tutto è pronto. Ciak, si gira: Rafa I, buona. Ottima, si spera, prima o poi; eccellente, magari perfetta o vicina alla perfezione la rivoluzione in lingua spagnola. Real, in una sola parola.
La crescita procede spedita un po’ al ritmo del flamenco e un po’ a quello del tango, con Higuain a tenere banco e a incarnare il simbolo della nuova era: lui, sì, il capolavoro di mercato di Rafa e il totem della rivoluzione. Una mutazione genetica che parte dai giocatori, selezionati in base al criterio della qualità, ovvio, ma anche dell’esperienza internazionale, e continua con i metodi di allenamento e un ulteriore restyling del centro sportivo.
LA CASA – Non è un aspetto secondario, per Benitez e il suo staff, la casa di tutti i giorni. Non può esserlo. Ed è per questo che il tecnico ha già dato l’input a una serie di migliorie per rendere più all’avanguardia e più confortevole il tempio degli allenamenti. Un esempio? La realizzazione di due campi in più (al Chelsea ne aveva 29 a disposizione).
MARCHIO REGISTRATO – Di questo e di altro, della vivibilità e del mercato, della crescita e degli obiettivi, Rafa parla ogni giorno con la società. L’ultima occasione? Giovedì a cena, con i vertici: non molla un attimo la presa. Mai e giammai. Con la squadra, poi, parla di continuo: tattica, video, lavoro e ancora. Matrice spagnola, per il suo Napoli, a partire dal metodo di lavoro: completamente differente, rispetto al quadriennio di Mazzarri, soprattutto perché la squadra ha cambiato il modo di giocare.
Non più largo raggio e ripartenze micidiali, bensì manovra in un fazzoletto innanzitutto e poi contropiede. Il suo Napoli partirà innanzitutto per imporre a tutti il proprio gioco. Anche gradevole, nelle intenzioni. Con personalità. Mentalità vincente, in un solo concetto. Una sintesi. Come Rafa. Marchio registrato.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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