Gli arbitri tornano al passato e si proiettano verso un nuovo futuro. E’ quanto emerge dalla nota diffusa ieri dall’AIA per annunciare nuovi progetti organizzativi. Il ritorno al passato è la riunificazione degli organici dei fischietti di serie A e B, abolita da Marcello Nicchi nel 2010. Ne parliamo dopo, perché ciò che interessa alla gente è soprattutto il passo verso il futuro annunciato dalle ultime righe del comunicato: dalla prossima stagione sarà finalmente operativa la var room centralizzata di Coverciano, e, soprattutto, “quello sarà il luogo dove spiegare le decisioni arbitrali dal punto di vista tecnico-applicativo, con la loro divulgazione pubblica” Decisione ancora da ufficializzare ma l’intenzione è quella: arbitri parlanti per chiarire le valutazioni fatte in occasione delle decisioni più controverse. Non una moviola per dire “questo è giusto, questo è sbagliato” bensì, nelle intenzioni del designatore Rizzoli, un’analisi degli episodi didatticamente utili per spiegare linee interpretative e di intervento. Le modalità non sono ancora definite. Si studia l’ipotesi di clip esplicative sugli episodi di giornata, ma gli arbitri italiani sarebbero favorevoli a una forma di comunicazione più ampia e diretta, che preveda perfino interviste post-partita. Sarebbero insomma disponibili a una svolta epocale, ma li frena il timore che i tempi, viste le polemiche imperanti, non siano maturi per una serena accettazione delle spiegazioni. La volontà degli arbitri di spiegare e dimostrare trasparenza è già stata dichiarata in varie occasioni dal rappresentante di categoria Gianluca Rocchi: sì alla divulgazione dei dialoghi tra arbitrio e VAR (“farei ascoltare i nostri colloqui, non c’è nulla di segreto… Anzi, ascoltandoli si potrebbe capire perché prendiamo certe decisioni”); sì alle spiegazioni nel dopopartita (“non abbiamo niente da nascondere, per me è una buona idea”). Tornando alla prima parte del comunicato dell’AIA, arbitri di A e di B, oggi separati, tornerebbero a formare un’unica squadra. Conseguenze: maggiori possibilità di turnover per il designatore e maggiore meritocrazia. Chi fa male in A può ritrovarsi a fare un po’ di purgatorio in B, chi fa bene in B può dirigere in A. La proposta, che sa di mossa elettorale da parte del presidente Nicchi per ottenere un quarto mandato, è comunque una buona idea, e dovrà passare attraverso l’approvazione del Consiglio Federale.
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