BERGAMO – Denis e il Napoli. Qui si va addirittura oltre la classica legge dell’ex. L’argentino ormai può, anzi deve, essere considerato una bestia nera per la squadra azzurra. Con la doppietta di ieri, infatti, sono diventati 5 gli “schiaffi” rifilati al suo passato, alla squadra che l’aveva portato in Italia nell’estate del 2007. «Il Napoli fa parte della storia, ora penso solo all’Atalanta. Non ho avuto tante chance di giocare come a Bergamo, qui gioco e mi sento importante. Forse avevo bisogno di fiducia» , ha precisato a fine gara, dopo aver esultato senza mai trattenersi. A differenza di ciò che fece 2 anni fa al San Paolo. Dietro quei festeggiamenti, però, non c’erano ne conti aperti o gesti polemici.
«Mio figlio mi ha portato fortuna, dedico a lui la doppietta. Era la prima volta che mi veniva a guardare da bordocampo, non potevo non esultare. Visto com’è andata, dovrò portarmelo anche in trasferta…» .
CON MERITO – In ogni caso, era troppo importante vincere per l’Atalanta, che grazie a questi 3 punti ha messo una seria ipoteca sulla salvezza. «Restare in serie A è il nostro obiettivo, quindi questo è un risultato fondamentale per noi – ha insistito il bomber – siamo entrati in campo con un obiettivo preciso in testa e siamo riusciti a raggiungerlo. Sapevamo che il Napoli sarebbe stato un avversario ostico e che non avremmo dovuto sbagliare nulla. Il nostro merito è stato quello di non far giocare i nostri avversari. Il successo ce lo siamo guadagnato. Stiamo facendo bene, i 10 punti di vantaggio sulla terz’ultima sono molto importanti, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché manca ancora tanto alla fine del campionato».
NAZIONALE? MAGARI… – Ancora una volta, Denis ha dimostrato di essere implacabile. Prima ha approfittato dello spazio che si è aperto dopo l’errore di Dzemaili. Forse il suo destro, seppur violento, non era irresistibile, ma Reina non è comunque riuscito a respingerlo. Poi, come un lupo affamato, si è avventato sul dissennato retropassaggio di Inler, “freddando” il portiere spagnolo. Il bottino dell’argentino, dopo 22 giornate è di 9 reti, una sola in meno rispetto al connazionale Higuain. Chissà che non salti fuori una sorpresa… «Una chiamata in nazionale? Magari, ci tengo tanto. Lo so che è difficile, la concorrenza è nutrita e importante. Gli attaccanti argentini sono i migliori al mondo e giocano nelle migliori squadre al mondo» .
STOCCATE DA EX – Tornando ai dispiaceri che il “Tanque” ha rifilato al Napoli, per il primo bisogna andare indietro alla stagione 2010/11, quella successiva all’addio e l’unica con la maglia dell’Udinese. Era il 17 aprile 2011 e i friulani sbancarono il San Paolo grazie a un sigillo di Denis e ad una prodezza di Inler, che poi, a fine stagione, si sarebbe trasferito sotto il Vesuvio. Inutile il gol allo scadere di Mascara, che rese soltanto meno netta la sconfitta dei partenopei. Pochi mesi dopo e, il 27 novembre 2011, per poco l’argentino non rischiò di regalare il successo all’Atalanta, squadra nella quale si era appena trasferito. Solo una stoccata a tempo abbondantemente scaduto di Cavani, infatti, impedì la caduta degli azzurri. L’unica occasione in cui il bomber argentino non fece danni risale alla scorsa stagione (17 marzo 2013), con l’Atalanta di scena al San Paolo e subito sotto. Ci pensa Cannavaro, con un’auorete, a regalare il primo temporaneo pareggio. Nuovo vantaggio azzurro nella ripresa e replica di Denis, che offre l’illusione di un pareggio. Ci pensa Pandev, ancora nel finale, a firmare il successo del Napoli. Beh, ieri il “Tanque” si è preso una grande rivincita…
Fonte: Corriere dello Sport
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