Let’s go: perché l’Arsenal è un punticino, un neo, e la vita (calcistica) continua. Senza Higuain e Zuniga, senza Maggio e Albiol, senza Insigne in panchina ma con ottimismo per caricarsi dentro ed espellere l’ansia da prestazione. « Queste non sono finali ». E’ Napoli-Livorno, l’Emirates è passato.
Il primo pensiero di Benitez?
«Cancellare la sconfitta con l’Arsenal. Aver giocato di martedì ci ha concesso un giorno in più per riflettere e analizzare gli errori commessi: oggi sappiamo dove non è consentito sbagliare. E il lavoro ci aiuterà sempre a migliorarci».
Teme ripercussioni psicologiche?
«E perché mai? Abbiamo perso contro una delle squadre più forti d’Europa, però in precedenza avevamo battuto il Borussia Dortmund, che di diritto credo rientri tra uno dei club più competitivi della Champions. Siamo dove volevamo essere. E’ chiaro che l’ultimo risultato è quello che maggiormente resta dinnanzi agli occhi, ma noi non buttiamo nulla. E comunque stiamo arrivando, arriveremo al massimo della condizione».
Ne perde quattro in un colpo solo.
«E però li avrò qui con me, non andranno con le Nazionali, avranno modo di recuperare bene dai rispettivi acciacchi. E chi scenderà in campo saprà bene quel che dovrà fare. L’organico è ampio ed affidabile».
A chi l’eredità di Higuain?
«Duvan Zapata si è allenato bene, ma deve ancora perfezionare la condizione. Goran a Genova ha segnato una doppietta e ha offerto il suo contributo. Volendo, c’è anche Callejon che sa fare la prima punta».
L’ultima al San Paolo è un’altra piccola macchia di questo inizio comunque travolgente.
«In Italia è difficile contro qualsiasi avversario, perché ognuno ha un sistema affidabile e soprattutto tanta intensità. La nostra prestazione deve essere adeguata e gli ultimi allenamenti mi hanno ulteriormente convinto delle capacità dei ragazzi: sono soddisfatto delle loro risposte, la fiducia non è mai venuta meno e siamo pronti per ricominciare. Ho visto Mertens mettersi in mostra come sempre, è possibile che giochi».
Non è un bel momento per Hamsik.
«Che è un calciatore fondamentale nel Napoli. E’ un professionista esemplare. Deve segnare solo altre 11 reti….».
Qualche ombra l’ha mai tentata di cambiare?
«Non ci penso: non butto via tre mesi di lavoro per una sconfitta. Se dovessi accorgermi che bisogna intervenire, lo farei senza problemi. Ma non c’è l’esigenza. La difesa a quattro risponde, eppure qualcuno pensava fosse impossibile praticarla: ma abbiamo subito una sconfitta e pareggiato con il Sassuolo, le altre gare le abbiamo vinte tutte e mi sembra che in alcune il gioco sia piaciuto».
Cannavaro al centro della difesa, Armero sulla sinistra.
«L’ultimo con il quale parlo è il cuscino. Procediamo con la stessa idea di calcio. Intanto, non vorrei che si pensasse che queste gare siano finali: assolutamente no. Le ultime dieci giornate, in genere, mettono più pressioni. A me basta che il Napoli dimostri contro il Livorno tutto il suo carattere. E che vinca».
Su Roma-Napoli si attende la decisione.
«Il calendario dice che si dovrebbe giocare il 19 alle 18 e a noi andrebbe benissimo così. Nessun problema a giocare a Roma, all’orario che verrà indicato».
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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