È una rivoluzione, per il Napoli: agli antipodi dallo sfarzoso e incompiuto biennio della gestione Benitez, rinnegato in maniera categorica da De Laurentiis. Tira aria di austerity, adesso. Sarri e Giuntoli, ottimi professionisti, ma all’esordio assoluto in un club di vertice, hanno dimostrato di saper friggere il pesce con l’acqua e deve essere proprio per questo che il presidente ha puntato su di loro: motivando la sua scelta con il primo bilancio in rosso degli ultimi dieci anni. «Avremo 20 milioni di passivo». Degli altri nove esercizi commerciali, chiusi al contrario sempre in attivo, il numero uno azzurro non aveva però mai svelato i profitti. Non sufficienti, a quanto pare, per superare con maggiore disinvoltura l’attuale periodo di difficoltà. Ma c’è pure un’altra chiave di lettura — provando a pensare positivo — per interpretare il sorprendente cambio di rotta nelle strategie del Napoli. Meno grigia, anche se ugualmente rischiosa.
De Laurentiis, austerity a parte, avrebbe deciso di scommettere su Sarri e Giuntoli non solo per risparmiare, fidandosi piuttosto del suo istinto e con la convinzione di avere individuato i cavalli giusti: al di là del loro acerbo pedigree. Due operazioni diranno la verità. L’arrivo di Pepe Reina, in dirittura d’arrivo fino a qualche giorno fa, confermerebbe la voglia del Napoli di restare ad alti livelli. E ancora di più, per ovvi motivi, l’eventuale conferma di Gonzalo Higuain: corteggiato da top club inglesi, spagnoli e sotto traccia perfino dalla Juventus. De Laurentiis dovrà dare il primo segnale ai tifosi (e ovviamente anche a Sarri) trattenendo i suoi gioielli.
Fonte: La Repubblica
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