D’accordo, il rigore non c’era. Ma dopo anni di sconfitte e torti arbitrali, a San Siro, il piccolo aiuto di Rocchi sa quasi di risarcimento: 3-0 all’Inter e primato in classifica. Gli azzurri non ne avevano bisogno: migliori in tutto, notte da ricordare.
Allo show di San Siro il Napoli si era avvicinato con apparente calma, coccolato per tutta la giornata dall’entusiasmo dei suoi tifosi, vip compresi. In mattinata, durante la seduta di rifinitura alla periferia di Milano, gli azzurri sono stati incoraggiati da Paolo Maldi ed Eros Ramazzotti, che ha voluto conoscere di persona Ezequiel Lavezzi.
Ma la visita più gradita è stata sicuramente quella di Fabio Cannavaro, accolto dal fratello Paolo nel quartier generale della squadra, poco prima del pranzo. L’ex Pallone d’oro ha incoraggiato tutti. “In bocca al lupo. Sarò in tribuna e tiferò per voi”. A Mazzarri, per il suo cinquantesimo compleanno, sono invece arrivati via sms pure gli auguri del sindaco Luigi de Magistris. E in centinaia, a un paio d’ore dal fischio d’inizio, hanno scortato fino allo stadio il pullman della squadra, caricata da una telefonata di Cavani. C’era aria di festa.
All’assenza gravissima del Matador, rimasto a casa davanti alla tv, hanno posto rimedio i 6 mila tifosi del Napoli presenti a San Siro, raggruppati nel terzo anello. Mazzarri ha mischiato le carte con una mossa a sorpresa: fuori Dossena e spazio sulla sinistra a Zuniga. Come previsto, invece, è toccato a Pandev il compito di non fare rimpiangere Cavani.
Ma sono stati tutti gli azzurri a dare qualcosa di più in attacco. Trascinati da Lavezzi, in forma straordinaria, hanno spinto a turno anche i centrocampisti e i difensori, esponendosi a volte per un eccesso di confidenza al contropiede dell’Inter. Gli unici pericoli per De Sanctis, non a caso, sono infatti arrivati sulle azioni di rimessa costruite dai nerazzurri di Ranieri. Prima Forlan (13′) e poi Pazzini (16′) hanno sfiorato il bersaglio. La vera spina nel fianco è stata Maicon, però: una furia negli spazi larghi.
Ma il Napoli, spesso punito a San Siro dalla sua mancanza di coraggio, ha deciso di osare il tutto per tutto e giocarsela alla pari, questa volta. E l’atteggiamento offensivo degli azzurri, passata la sfuriata finale dell’Inter, ha iniziato un po’ alla volta a portare dei frutti. Zuniga è stato il primo ad arrivare vicino al gol, due volte. A mettere in grande affanno l’Inter, tuttavia, è stato soprattutto lo scatenato Lavezzi. Suo pure il passaggio filtrante per Maggio, nell’azione che ha dato la svolta alla partita. Obi, per opporsi al centrocampista, è stato costretto a un affannoso intervento alle spalle, certamente falloso.
La Redazione
P.S.
Fonte: repubblica.it
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