L’edizione odierna de La Repubblica fornisce una ricostruzione di quanto riportato dall’ispettatore della Federcalcio e raccontato ai suoi colleghi:
“«Questa partita non si deve giocare, hanno ammazzato uno dei nostri », dice il capo ultras secondo il racconto che l’ispettore fa ai suoi colleghi. Hamsik gli spiega che non è vero, sulla base di quello che gli ha raccontato la Questura. «Se fosse morto, noi saremmo i primi a non scendere in campo». «Non ci prendete in giro, l’hanno ammazzato », la Carogna insiste. «Ci sto mettendo la faccia – dice Hamsik – Ci sono dei feriti, e non sono gravi. E non è una questione di ultras, l’aggressione è avvenuta per altri motivi». La Carogna ascolta e alla fine decide di credergli. «Va bene – dice in sostanza il capo dei Mastiffs – Se ci metti tu la faccia, la metto anche io. Tanto tutti sappiamo dove siamo». Subito dopo con il pollice alzato, come testimoniano le fotografie, dà il via libera alla partita alla curva rassicurando la tifoseria che non li stavano prendendo in giro e che quella partita effettivamente si poteva giocare. L’ufficio indagini della Figc ha il compito di verificare se i tesserati hanno violato il codice sportivo. Dovrebbe valutare se infatti si sono piegati «a un’illegittima pretesa loro rivolta e di fatto legittimando un comportamento violento, intimidatorio ed aggressivo da parte dei medesimi sedicenti tifosi» ma dicono che Hamsik in una situazione del genere non rischia niente. Se qualcuno si è piegato a «un’illegittima pretesa», per una volta non sono certo i calciatori”.
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