Mimmo Criscito indagato, il calciatore della Nazionale originario di Cercola, è fuori dagli Europei. E la notizia di Mimmo, finito sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ha stretto i familiari dietro un invalicabile muro di silenzio: «Lasciateci in pace – ha detto il padre, Alfredo – non è questo il momento, siamo sconvolti e arrabbiati, in questo momento vogliamo solo serenità e rispetto».
In via Moscati a Cercola dove risiedono i nonni e alcuni degli zii paterni del calciatore partenopeo, nessuno vuole parlare di Mimmo, nessuno vuole ricordare gli esordi del calciatore cresciuto nel quartiere, neanche gli zii e i cugini: le serrande dell’appartamento al primo piano sono abbassate e al citofono nessuno vuole rispondere. Bocche cucite ovunque.
A Volla, dove la famiglia di Mimmo si è trasferita e dove ha mosso i primi passi calcistici, sono in tantissimi quelli che lo ricordano. All’Istituto comprensivo «Matilde Serao», dove il calciatore ha frequentato le scuole medie si dicono tutti stupiti dalla notizia delle indagini che lo hanno coinvolto: «Impossibile – ha detto Raffaella Matarazzo, la sua insegnate di Educazione Fisica – sono sconvolta, non posso crederci: Domenico lo ricordo come un bambino molto timido, educato e introverso. Sono stata la sua insegnate per tutto il triennio – prosegue – ed è sempre stato un alunno riservato ma altrettanto bravo nell’impegnarsi». Della stessa opinione il preside Giovanni Ciromastrogiacomo che mostra con piacere i registri delle presenze e le pagelle del calciatore provetto.
A scuola e sul campo di calcio Mimmo Criscito, dunque, ha sempre avuto un comportamento corretto e disponibile, caratteristiche evidenziate anche nelle sue pagelle scolastiche, dove tra l’altro spiccava una «attitudine nelle attività motorie». «Ma non era un fanatico del calcio – spiega l’insegnante – certo si allenava già da qualche anno in una scuola calcio,ma non trascurava né la mia disciplina né le altre. Anzi, quando aveva una partita importante mi chiedeva il permesso di essere esonerato dalla lezione per non stancarsi».
Anche per Antonio Di Mauro, il suo primo responsabile sportivo all’epoca degli esordienti nel 1992 nella Virtus Volla, Mimmo non era il classico scugnizzo: «È sempre stato il calciatore che tutti gli allenatori vorrebbero nella propria squadra – dice Di Mauro, oggi presidente della scuola calcio «Città di Volla» – maturo e senza grilli per la testa. Caratteristiche fondamentali per questi atleti, il nostro primo impegno – prosegue – è quello di farli giocare senza ricevano pressioni dall’esterno, genitori compresi. Mimmo da questo punto di vista si è sempre dimostrato più maturo della sua età. La notizia della prima convocazione in nazionale mi ha commosso, oggi è stato un giorno triste: sono certo della sua innocenza».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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