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La rabbia di Lavezzi, scintille dopo la sostituzione

Ezequiel è recidivo: già al Sant’Elia contestò il cambio e si sfogò lanciando più volte a terra il parastinchi

Scurissimo in volto al momento della sostituzione. Quando dalla panchina viene indicato il cambio e sul tabellone compare il numero 22 la prende male il Pocho. Anzi malissimo. Lascia il campo imbronciatissimo, per una volta non saluta neanche i tifosi che urlano «Pocho-Pocho». Batte il cinque con Inler e rivolge un’espressione rabbiosa in spagnolo verso la panchina.

Furioso Lavezzi che ha mostrato in maniera palese di non gradire il cambio e lo ha manifestato in maniera diretta al suo allenatore. L’argentino si è seduto in panchina qualche metro più in là da Mazzarri e la sua faccia era ancora tutto un programma, scurissimo in volto, incavolato nero. La rabbia che il Pocho non ha smaltito neanche quando ha lasciato lo stadio. Solitamente sorridente, stavolta Lavezzi è andato via nervoso trascinando il suo trolley prima di farsi chiamare un taxi.
Mazzarri in sala stampa non ha dato peso all’episodio e ha spiegato il motivo del cambio di Lavezzi («Ero indeciso tra lui e Cavani, ma Edi un colpitore di testa e loro erano molto pericolosi sui calci piazzati. Comunque la rabbia del Pocho è comprensibile, nessuno vuole essere sostituito»). Non è la prima volta che il Pocho quando viene richiamato in panchina mostra segnali d’insofferenza. In tal senso è recidivo. In questo campionato è già capitato nella trasferta di Cagliari. Anche al «Sant’Elia» quando venne richiamato in panchina a beneficio di Hamsik (in quel caso era il decimo del secondo tempo) disse qualche parola di troppo all’allenatore e poi continuò a sfogare la sua rabbia lanciando più volte a terra il parastinchi. Anche allora Mazzarri «perdonò» il Pocho etichettando la sua rabbia al momento della sostituzione come voglia di vincere e attaccamento alla maglia.
Stavolta Lavezzi è stato sostituito da Mazzarri a un quarto d’ora dalla fine, esattamente un minuto dopo il gol dell’1-2 di Spolli, quello che ha rimesso in corsa il Catania. L’argentino fino a quel momento non aveva giocato una delle sue migliori partite, anzi era stato tra i meno brillanti del Napoli. E tra l’altro anche mercoledì nella semifinale di ritorno di coppa Italia contro il Siena il Pocho giocò una partita sotto tono e Mazzarri lo tenne in campo fino a dieci minuti dalla fine quando poi inserì Pandev.
Lavezzi è unico, in tutti i sensi, anche quando viene sostituito. Gesti d’insofferenza non appartengono ai compagni, nè a Cavani, nè a Hamsik (tolto prima dal campo contro il Catania a beneficio di Pandev), nè a tutti quanti gli altri. Ma l’episodio è da considerare già chiuso. Non se ne riparlerà alla ripresa della preparazione a Castelvolturno e non sarà un argomento di riflessione per la società azzurra. Si guarda avanti, al match contro la Juventus di Conte. E Mazzarri sarà il primo ad augurarsi che il Pocho possa trasformare la sua rabbia in una grande prestazione e possibilmente in un gol decisivo domenica sera a Torino.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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