Ha parlato solo Gaetano Auteri nel dopo partita del Francioni. A differenza dei suoi giocatori, il tecnico ha cercato di essere più forte della rabbia e dell’amarezza presentandosi davanti a microfoni e taccuini, mentre i canti di gioia della tifoseria pontina riecheggiavano all’esterno dell’ingresso principale. «Il Latina è stato più fortunato – ha esordito – nell’arco dei 180 minuti non si può certo dire che sia passata la squadra migliore. Noi non meritavamo di perdere, stavamo controllando bene senza alcun affanno, a differenza loro che avevano perso ogni argomento. La partita si è decisa per un episodio abbastanza banale, che definirei addirittura puerile. Quella era una situazione assolutamente innocua, tanto che il sottoscritto neanche la stava seguendo, dedicandosi invece alle indicazioni da dare ad alcuni ragazzi».
Il tecnico ha attribuito al mancato intervento di De Lucia sul tiro di Barraco l’unica vera colpa dei suoi, per il resto inappuntabili. «Se andiamo a rivedere anche il match d’andata, il Latina ha costruito nel complesso tre situazioni pericolose, al contrario delle diverse opportunità create dalla Nocerina. Erano scollegati, non incidevano più di tanto, mentre noi gestivamo senza problemi puntando sempre a giocarcela e andando anche vicini al vantaggio». Evidentemente aver optato per la difesa a quattro aveva dato i suoi frutti, così come si era rivelata indovinata la scelta di una mediana priva di De Liguori ma forte della sostanza garantita da Garufo, Corapi e Bruno. «Il calcio è strano – ha sospirato Auteri – ti punisce anche se non hai demeriti. Per quel gol evitabilissimo è passato un Latina che, tra le altre cose, ho visto in netto regresso rispetto al recente passato. Pronostici sulla finale? Non spetta a me farli, non mi interessa».
Inevitabile in un momento del genere voltarsi indietro e analizzare la stagione che è stata, compreso il decisivo ko di Sorrento. «Alla luce dei fatti quella sconfitta ha pesato, ma noi avevamo rimediato al quarto posto in classifica offrendo due ottime prestazioni in questa semifinale. Non è bastato, ma usciamo a testa alta e con la consapevolezza di aver fatto meglio dei nostri avversari. Per una valutazione complessiva, invece, non posso negare di avere rimpianti. Soprattutto per i tormenti e le difficoltà della scorsa estate, senza i quali non avremmo vissuto una partenza così in sordina. Siamo partiti in ritardo e lo abbiamo pagato a caro prezzo, inutile negarlo. Se poi ripenso alla delusione per la stagione precedente paragonandola a questa provata in terra pontina non saprei dire quale delle due mi ha fatto più male. Noi però ce la siamo sempre giocata – ribatte il tecnico siciliano – meritando sempre quello che ci siamo guadagnati. Questa Nocerina gioca un bel calcio e non è mai stata inferiore a nessuno». Impossibile guardare al futuro, anche se da più parti si vocifera di un’interruzione del rapporto tra il club rossonero e il suo condottiero. Voci per nulla prese in considerazione dall’allenatore: «Conoscete quanto sia forte il legame che il sottoscritto prova per questa piazza – taglia corto – ma in un momento del genere non si possono affrontare certi argomenti. A me piacerebbe vivere e programmare serenamente senza gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare e superare in passato, non sono però discorsi da trattare adesso. Ora regna solo l’amarezza, e confesso che sarei stato molto meno dispiaciuto se avessimo giocato male».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
