Nella complicata Fase 2 del calcio si apre un nuovo fronte dopo che il consiglio della Federcalcio ha fissato a fine agosto i termini per le iscrizioni con un vincolo di pagamento, secondo l’Aic, del solo mese di maggio. “Siamo sorpresi e fortemente delusi dalle nuove norme per le iscrizioni, che consentono ai club, dalla A alla C, di pagare un solo mese di stipendio, e per di più al netto, di qui alla fine del campionato – ha tuonato Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Assocalciatori -. Un comportamento assurdo e una norma irricevibile. che non abbiamo votato nè noi nè gli allenatori“.
“Valuteremo domani con i calciatori, ma per la B e la C siamo seriamente preoccupati: questa è la volta che qualcuno protesta davvero”. Le norme del governo, fa notare l’Assocalciatori, consentono ai club di pagare il netto e non il lordo; in caso di contenzioso (con molti club che non sono intenzionati a pagare marzo e aprile per il lockdown), per l’iscrizione ai prossimi campionati basterebbe di fato pagare solo il netto di maggio, perché i controlli per le iscrizioni si riferiscono solo agli stipendi fino al 31 maggio e per quelli successivi il termine di controllo è spostato in avanti, a metà ottobre.
“Il combinato delle agevolazioni dello Stato – dice Calcagno – degli eventuali contenziosi e dei controlli ritardati comporterebbe in sostanza questo: che i giocatori si sono allenati a marzo, hanno fatto il lockdown a casa seguendo i programmi dei preparatori, tornano ad allenarsi, giocano fino al 20 agosto, e il rischio concreto è che in cinque mesi e mezzo prendano solo uno stipendio”.
TOMMASI: “CALCIATORI HANNO LAVORATO E I CLUB POTRANNO NON PAGARLI”
Sulla questione dura anche la presa di posizione di Damiano Tommasi, Presidente dell’Aic. “Sapete che cosa significa? Che siamo stati in campo fino al 15 marzo, che i calciatori hanno lavorato con il preparatore atletico per tutto il lockdown e ora tu puoi pure non retribuirli – ha spiegato -. E se fanno causa danno pure la possibilità al club di non pagarli fino ad agosto!”. “Sono deluso e preoccupato – ha aggiunto il numero uno dell’Aic -. Si prendono delle decisioni con mascherine e call conference, e poi si mandano in campo gli altri. Cioè i calciatori. Ed ecco come sono ripagati”. “Gli imprenditori del calcio chiedono i soldi a tutti – Uefa, Fifa, governo – per non pagare i calciatori… – ha proseguito Tommasi -. E noi dovremmo essere contenti? Domani ci vedremo, analizzeremo la situazione”. “Sono veramente deluso e preoccupato per come vanno le cose in questa Federazione e in questo calcio”, ha concluso il presidente dell’Assocalciatori.
Fonte: Sportmediaset.it
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