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La quiete dopo la tempesta: è pace tra Inler, Valon e Dzemali dopo i complimenti a Jorginho

Alla fine è una tempesta in un bicchiere d’acqua: però prima, e per un giorno intero, l’etere s’è avvelenato, i portali hanno tracimato e l’atmosfera, seppure in lontananza, s’è fatta pesante. La «triade» svizzera improvvisamente s’è ritrovata spaccata e tutto è acceduto in diretta, nel ritiro della Nazionale, alla vigilia della gara con la Croazia, dove è arrivata l’eco d’una dichiarazione di Dino Lamberti, procuratore di Inler, che in diretta – attraverso Kiss Kiss – per sostenere i progressi del proprio assistito s’era spinto in annotazioni di carattere tecnico-tattico: «Gokhan è migliorato grazie alla presenza di Jorginho, che è un calciatore tatticamente molto disciplinato. Dzemaili e Behrami giocano, invece, più con il cuore».

«DUELLO» – Il caso è aperto e diviene persino caos: perché Inler, Dzemaili e Behrami sono a San Gallo, per preparare la sfida alla Croazia, e il «confronto» diviene inevitabile, condito da qualche punturina che Dzemali, ad esempio, parlando con «Blick», non risparmia al compagno e collega connazionale. «Mi trovo bene giocando con tutti i miei compagni e mi dispiace se Gokhan non riesce a dare il meglio con me o con Valon. Vuol dire che devo migliorare. Ma io con Inler ho vinto due titoli con lo Zurigo e una Coppa Italia con il Napoli» . E uno. Ma, chiaramente, non finisce qua: Behrami ha una sola pelle e fuori dal campo vive la sua esistenza da mediano, entrando in tackle deciso: «Questa storia non mi piace. Ne ho parlato con Gokhan e pure lui ci è rimasto male. Posso giocare con chiunque».

LA SUPERSFIDA – Però ormai la valanga s’è staccata e contenerne gli effetti è complicato, anzi impossibile: via gli argini, c’è la frana, resa imponente dalla «carica» di Giovanni Branchini, il manager di Dzemali, che lancia una spruzzatina di benzina sul fuoco: «Non credo che sia deontologicamente corretto commentare le prestazioni di altri giocatori, diversi dai propri assistiti. Farlo, invece, mi sembra una cosa fuori luogo e diseducativa. Oltretutto, e concludo, il più grande merito di Inler in questi anni è stato il costo del suo cartellino, che lo ha blindato» . E tre, senza risparmiarsi sui contenuti, né con il vetriolo.

FACCIAMO PACE – Raffiche di interventi si sommano ed ormai s’è scatenato lo scontro dialettico a vari livelli e sotto cieli sparsi: ci sono frasi incrociate e radio che rilanciano e siti che ripropongono e il Napoli che, inconsapevolmente, si ritrova al centro d’un match intestino che Dino Lamberti, alle sette e venti della sera, tenta di smorzare facendo non uno ma due passi indietro. Microfono spento, please; però a Radio Marte consegna la personalissima rettifica, che è il tentativo (riuscito) di stemperare quel clima di tensione: «Mi scuso sia con Dzemaili che con Behrami per gli effetti prodotti dalle mie riflessioni, che non intendevano assolutamente essere offensive. Non mi permetterei mai di entrare nell’aspetto tecnico e attraverso l’intervista in questione avevo espresso soltanto – magari in maniera inadeguata – una mia opinione della quale non era a conoscenza, ovviamente, Inler. Se Dzemaili e Behrami si sono sentiti offesi, mi scuso con entrambi».  In alto il bicchiere (con dentro la tempesta)…

Fonte: Corriere dello Sport

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