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La provocazione di Prandelli: «Restiamo a casa»

«Niente Europei per l’Italia se servisse a qualcosa»

«Basta dirlo chiaramente e noi non andiamo all’Europeo». Cesare Prandelli prende di petto la situazione, non più controllabile né da lui né dalla Federcalcio, e fa una proposta abbastanza choccante. Svegliandosi a Zurigo e vedendo la sua Nazionale assediata, più dalle procure che dai media per torti di tesserati del movimento e di qualche azzurro, usa il microfono e la telecamera di Rai uno, per la consueta intervista prepartita, per uscire allo scoperto. Non è che voglia alzare il muro e far da scudo al suo gruppo. Sarebbe fin troppo banale. Il cittì azzurro confessa indirettamente, nel suo sfogo, la sua solitudine e la sua sconfitta. Dal luglio 2010 aveva imposto il codice etico. Usato per gli azzurri momentaneamente non convocati. Ricordiamo De Rossi e Balotelli. Non tollerate gomitate e i falli di reazione. Ora, in piena Scommessopoli, è più difficile intervenire. Perché non può essere giudice dalla panchina. Non se la sente. Ma di sicuro i suoi ragazzi non sono stati sinceri come lui avrebbe voluto. Tradito da alcuni giocatori che non gli hanno detto tutta la verità. E poco spalleggiato dalla Figc che avrebbe dovuto metterlo sull’avviso della tempesta e invece lo ha fatto navigare come se ci fosse calma piatta.
Il tono di Prandelli è di chi non ce la fa più: «Se qualcuno dicesse che per il bene del calcio italiano è meglio che questa nazionale non vada agli Europei, nessun problema: noi ce ne restiamo a casa, almeno facciamo qualcosa di forte». Non si può fare. L’8 giugno parte la competizione, il 10 giugno l’Italia scenderà in campo a Danzica contro la Spagna. A farlo infuriare è stato il trattamento ricevuto dall’avviso di garanzia a Criscito, consegnato al difensore dello Zenit lunedì alba a Coverciano, fino all’indagine della Finanza su Buffon, con quel milione e mezzo di euro speso per scommettere in 8 mesi. «Io dico no alle crociate. Se sono fatte per costruire, va bene; ma se sono solo per distruggere, non ci sto. Mi piacciono i confronti e non le prese di posizione senza pensare alle conseguenze. Ripeto: per me, personalmente, rimanere a casa non sarebbe un dramma». Criscito a casa, escluso e scontento. Non si è sentito protetto né da Prandelli né dalla Federcalcio. Il cittì, però, ribadisce: «Non cambio idea sui giocatori da portare all’Europeo: quelli che sono coinvolti non partiranno. Un’altra cosa, come dicevo prima, sono le crociate. A quanto pare vogliamo crearle per forza».
Difende la sua scelta di aver inserito Bonucci, indagato come Criscito per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, nella lista dei 23, inviata all’Uefa, nonostante dal giorno prima fosse ufficiale la presenza dello juventino nel registro degli indagati: «Non ci sono due pesi e due misure. E non è vero che ho fatto differenze per la Juve: i giocatori bianconeri non hanno ricevuto alcun avviso di garanzia. Lo ribadisco: chi li riceve, non partecipa all’Europeo». Parlando al plurale, è chiaro che l’intenzione è di proteggere in particolare Buffon. «Gigi è uomo forte e con personalità, nasconde col sorriso quel che ha dentro. Anche a una persona come lui, però, un momento difficile può pesare».
Prandelli riflette: «Sono le prese di posizione gratuite che mi amareggiano. Fatte senza pensare alle conseguenze. Nonostante il poco tempo, noi questo Europeo lo stiamo preparando al meglio. Se ce lo lasciano giocare… Vorremo parlare di calcio, ma sappiamo che non si può: ci sono cose più importanti. Questi ragazzi hanno la fortuna di fare un lavoro bellissimo, di allenarsi o giocare: ma sono due o tre ore al giorno, poi la pressione la sentono anche loro». Quella decisiva per l’addio a Criscito che però avrebbe voluto un trattamento diverso.
L’uscita choc di Prandelli ha preso in contropiede i dirigenti Figc. Nessuno era stato informato. Per il presidente federale Giancarlo Abete: «Il 10 saremo a Danzica è stato uno sfogo». Il vicepresidente federale Albertini ha cercato di sminuire: «Quella di Prandelli è stata solo una battuta, uno sfogo, un’idea. Non c’è nessun rischio che l’Italia non vada agli Europei. Tra noi abbiamo già chiarito».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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