VERSIONE. E dunque siamo alle versioni discordanti tra i pm Eugenio Albamonte e Antonino de Maio e il Racis, ma siamo agli opposti, perché a Piazzale Clodio, a Roma, al termine dell’incidente probatorio dispostio dal gip -. Giacomo Ebner – emerge una indicazione ch’è nettamente in contrapposizione con quella precedente: i pubblici ministeri sostengono che De Santis si sia ferito con un colpo alla fronte ricevuto, assai probabilmente, con il calcio della pistola dalla quale aveva già sparato contro i sostenitori partenopei, ferendo Ciro Esposito. Gli inquirenti sono arrivati a questa conclusione dopo aver rinvenuto sui guanti di «Gastone» ampi residui di polvere da sparo, ma non sangue. Ma la teoria del Racis è differente, anzi esclude questa ipotesi. Unica analoga lettura di quella serata: De Santis sparò a un metro di distanza da Ciro Esposito, che probabilmente
LA LETTERA. Giovedì scorso, tra le pieghe d’una settimana ovviamente vibrante, con un interrogatorio nel quale De Santis ha manifestato di avvalersi della facoltà di non rispondere, emerge una sorta di memoriale sull’omicidio di Ciro Esposito: sono due pagine scritte in stampatello e consegnate ai magistrati, una ricostruzione spontanea di quella maledetta nottata dal 3 maggio che «Gastone» disegna così: «Sono disperato per la morte di Ciro, ma io no volevo uccidere. Voglio dire che alla fine i colpi li ho esplosi io ma senza mirare. Ero pieno di sangue, mi stavano ammazzando punto e basta. Sono uscito per chiudere il cancello dove vivo. Ho solo raccolto un fumogeno e l’ho tirato e a quel punto sono stato rincorso da trenta e forse più persone che mi hanno rotto una gamba, mi hanno preso a bastonate e a coltellate». Così parlò «Gastone», prima che i pm si esprimessero.
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