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«La partita perfetta costruita da Bearzot. E quell’urlo di Tardelli sembrava infinito»

Paolo Rossi ricorda la finale del 1982

«Campioni del mondo!» grida per tre volte Nando Martellini. Dire italiani contro tedeschi significa soprattutto Madrid e mundial ’82: la classe di Bearzot, Tardelli che corre con gli occhi ancora increduli, il labiale di Pertini: «Non ci riprendono più». E poi Paolo Rossi con le braccine alzate dopo aver sgonfiato i panzer.
Rossi, dopo Spagna ’82 pure nella steppa appena dicevi Italy la parola magica era Paolo Rossi.
«Un’emozione unica. Non c’era un posto al mondo dove non mi conoscevano».
Che ricorda della sfida del Bernabeu?
«È tutto confuso… Prima della sfida con la Germania eravamo concentratissimi, la testa era già in campo dal mattino. Poi, quando cominci a giocare davvero, le partite di pallone diventano tutte uguali. Tutto scorre velocissimo se sai quello che devi fare».
Sapevate di essere più forti dei tedeschi?
«Ricordo quello che avvenne sul pullman dopo Italia-Brasile, mentre stavamo lasciando lo stadio, Bearzot venne vicino a me e mi disse: ”Ora dimentica tutte quelle belle cose che hai fatto e pensa solo alla Polonia”. Cioè alla partita successiva. L’unica che conta, sempre. È stata questa la nostra forza».
Ha scritto un libro su quel mondiale?
«Sì. ”1982. Il mio mitico Mondiale”. Il gol di Breitner fu per loro un’illusione. E l’urlo di Tardelli: sembrava non dovesse fermarsi mai, lo inseguimmo per tutti il campo».
E la Germania è kaputt.
«Loro hanno avuto sempre più quantità, noi più qualità. Calcisticamente siamo quasi uguali, solo che noi li battiamo sempre».
Italia-Germania è già cominciata?
«E noi ce la giochiamo anche stavolta. Anche se allora i favoriti eravamo nettamente noi».
Mentre trent’anni fa, gli umani erano loro e gli alieni voi.
«Avevamo meritato di conquistare quella finale battendo Brasile e Argentina. Mentre la Germania c’era arrivata per caso: aveva perso con l’Algeria, aveva passato il turno pareggiando con l’Austria. E anche le semifinali: la Germania lottò con la Francia di Platini che meritava di vincere e che invece perse ai rigori».
Giovedì chi reciterà la parte di Pablito?
«Intanto, come sempre, in difesa siamo meglio noi. Più solidi, più esperti, più affidabili. Loro hanno un gruppo di fantastici solisti, ma noi abbiamo un gruppo fantastico e basta».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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