Forse neanche i protagonisti in campo riescono effettivamente a realizzare quanto possa essere importante consolidare il secondo posto in classifica; assicurarsi l’accesso diretto alla Champions, per un club che solo da qualche anno si è riaffacciato nel calcio europeo, vuole dire tanto. Tutto in termini di progettualità. Ecco perché, nelle stanze dei bottoni, tra Filmauro e Castelvolturno, si guarda a questa sfida con il Pescara con un’attenzione fuori della norma.
SUBITO UN PASSO – E’ una partita che può consentire un passo avanti considerevole verso quella cassaforte costituita dei proventi della Champions. Una quarantina di milioni di euro circa se il cammino non si dovesse fermare alla fase a gironi, calcolando i bonus a punti, premi vari, incassi al botteghino e quello che ne deriva dal merchandising e dal maggiore potere contrattuale con gli sponsor. Insomma, una miniera d’oro, che passa per le ultime cinque gare di campionato, a cominciare da quella di stasera, ecco cosa può rappresentare per il Napoli approdare nella massima competizione europea senza passare per i preliminari. La formazione di Mazzarri viaggia con un buon margine di vantaggio rispetto a Milan e Fiorentina. Ma dovrà racimolare altri nove punti per mettersi al riparo da sorprese proprio sul filo di lana. I primi tre punti da raccogliere già a Pescara, un avversario in buona salute e che punta ad un risultato clamoroso prima di congedarsi dalla serie A. Appuntamento agevole sulla carta, proprio per questo temuto oltremodo dal tecnico dei partenopei che dovrà fare già a meno di Cavani e Behrami. Il calcio abbonda di storie di sgambetti sorprendenti nei finali di campionato. Ma il Napoli non vuole lasciarsi sfuggire quel tesoro garantito dall’Uefa e farà di tutto per strappare quei nove punti che mancano alla meta. Un tesoro che permetterà di fortificarsi anche in campionato sotto il profilo tecnico. Con trenta-quaranta milioni di euro, infatti, sarà possibile puntellare ancora di più reparti e ruoli che oggi sembrano meno assortiti. E se non dovesse partire Cavani, ipotesi sempre meno probabile, il Napoli avrebbe ai nastri di partenza una squadra capace di stupire anche in Champions. Se il Matador andasse via, invece, devono essere aggiunti ai proventi Uefa altri sessanta milioni di euro, quanto ammonta la clausola liberatoria per l’attaccante. E a quel punto, il management tecnico composto da De Laurentiis dovrà solo mostrare abilità nell’individuare i giocatori migliori sparsi tra Europa e Sud America per allestire una formazione ultra competitiva.
I BIG – Ma l’eventuale approdo in Champions League potrebbe convincere lo stesso Cavani a restare un altro anno in maglia azzurra (nel caso non arrivasse l’offerta a lui gradita con il saldo della relativa clausola, un’operazione di oltre cento milioni di euro). Un po’ come accadde per Lavezzi. Placare la voglia di Hamsik di andare a provare la ribalta europea altrove. Convincere Mazzarri a sciogliere la sua riserva e tentare di stupire sui campi di mezza Europa come avvenne due anni fa. Un effetto domino positivo sul progetto-Napoli. Non escludendo il consenso al trasferimento di giocatori importanti che senza Champions rifiuterebbero su due piedi.
L’APPEAL – Per il club, poi, sarebbe una manna poter esibire il proprio marchio sotto i riflettori della Champions League. Crescerebbe sensibilmente il brand, ci sarebbe un altro potere contrattuale nel discutere con sponsor di livello internazionale, e il merchandising riceverebbe una spinta non da poco.
Insomma, la partita di Pescara riveste un’importanza straordinaria sotto quel profilo. Il Napoli non ha alcuna intenzione di farsi avvicinare in classifica da altre pretendenti anche perché De Laurentiis è impegnatissimo a pianificare il futuro, a vigilare sui lavori imposti dall’Uefa per lo stadio, a mettere le mani su quei tre-quattro giocatori capaci di far fare il salto di qualità all’organico e a entusiasmare Mazzarri che grazie alla prima partecipazione in Champions alla guida del Napoli raccolse in tutta Europa. Passando in un club fuori della massima competizione, non sarebbe un’esperienza altrettanto intrigante per lui, né sembra essere la sua massima aspirazione.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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