«Era il sesto della lista». E via così, col sorriso, svicolando (in tutti i sensi) tra i corridoi di Castelvolturno. La butta lì sornione Rafa Benitez. Con quella smorfia da furbacchione simpatico, con l’aria di chi ne sa e ne ha viste tante nel calcio. E ora soddisfatto si gode il colpaccio. Fiero, orgoglioso, chissà se pure sincero. Proprio lui… «Il calcio è tutta una bugia». E allora David Lopez, il sesto della lista di mercato. Quello come quei cantanti a Sanremo che restano giù dal podio: tutti quarti a pari merito. E applausi a chi dopo sfonda, fa la hit del momento e vende. Insomma, che importa se davanti c’erano altri. La storia di David Lopez è questa. Forse neanche c’era in quei primi e dettagliati listoni di mercato. O era così dietro che a stento se ne scorgeva la sagoma. Però è stato scelto. S’è preso il Napoli. E ora l’ha fatto suo. Un’intuizione di Benitez benedetta dallo scouting e da Bigon. Cinque milioni di euro il prezzo trattato. E cinque anche gli anni di contratto. Maglia numero 19. Ma non chiedetegli perché. Era libera e se l’è presa. David Lopez è così. L’antipersonaggio in campo e fuori. Essenziale sempre. Senza fronzoli. Taglio di capelli squadrato, look basic e pochissime parole nello spogliatoio. Poche, ma sentite. Come quelle di ieri su Twitter per Insigne. «Siamo tutti con te, forza Lorenzo». Allegata la foto di entrambi a Udine il giorno del suo debutto in azzurro. David Lopez quello sobrio eppure con le bollicine. La Coca Cola gli ha confezionato ad hoc due bottigliette per lui e l’allora fidanzata Andrea. Nomi e cognomi. Separati. Ora sono sposati e felici. L’album delle nozze il film dei momenti più dolci: carezze, baci, il papillon elegantissimo sull’altare e la luna di miele in Thailandia tra elefanti, leoni e il mare: adorato. E infatti scelta obbligata. Ne ha viste di casa, ma ha preferito Posillipo. Vista panoramica, un film di Leonardo Di Caprio mangiando pop corn sul divano e shopping per Napoli godendosi le bellezze. «Meravigliosa come la mia Barcellona».
Con Callejon, Albiol, Michu e gli “spagnoli” tutti, un gruppetto allegro. Ma di amici, ora, comincia ad averne tanti anche napoletani. Quand’arrivò invece… furono critiche. Manco si fosse selezionato e comprato da solo. La colpa? Non essere Mascherano. «Ma darò comunque tutto». Detto, fatto. Nel silenzio. D’oro come l’affare. Dieci partite fin qui. Intensità, forza e piedi più garbati di quel che si pensava: l’assist di sinistro per Callejon a San Siro una delizia. Da applausi, rabbia e provocazioni. «Ma si sono complimentati anche quelli che lo insultavano?». Benitez voleva fisicità e muscoli. Cercava uno bravo di testa e tatticamente più disciplinato di Behrami. Pur correndo come un dannato. L’ha trovato come voleva. E l’ha battezzato a modo suo: definizione esclusiva, copyright di Benitez. «E’ un giocatore di ruolo». David Lopez funzionale al progetto tattico e di bilancio. Il guizzo quando il mercato s’era ormai complicato e inaridito. Serviva il nome e il giocatore giusto. Giorni di video e analisi dello scouting. Rassegna totale di partite intere. David Lopez contro tutti. Vivisezionate le sfide dell’Espanyol. Pure l’amichevole estiva col Genoa. Ma furono quelle di Liga con Barcellona, Real e Atletico Madrid a definirne la dimensione. «Non è un fuoriclasse, ma è di ruolo». Quello giusto. David Lopez fondamentale. Una scoperta per tanti. Non per Benitez.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro