Gli esami non finiscono mai e però ricominciano sempre, puntualmente, con quegli undici milioni d’interrogativi a cui rispondere e l’ansia che l’avvolge: allora, Edu? La notte è fatta per segnare e Napoli-Aik gli spalanca le porte d’un calcio stellare da infiocchettare con quella eleganza rincorsa per un mese e mezzo prendendosi a spallate al mercato con l’Inter e il Chelsea, con lo Zenith e l’Arsenal per portarsi a casa il pallone d’argento del 2011 in Sud America: è soltanto un’ora e mezza, chiaro, però vale un pizzico di considerazione (popolare) in più; e poi serve, eccome se serve, per spazzare via quella fastidiosa etichetta da oggetto misterioso, per accomodarsi a cavallo delle favolose e quasi surreali, entusiastiche, raffigurazioni che di lui dànno i compagni di squadra (non uno che eviti l’aggettivo: favoloso). E’ Napoli-Aik, è il ritorno in Europa League, è una vetrina, ma sì che lo è, nella quale il Napoli espone i suoi gioielli: perché con undici milioni di euro si comprano soltanto scicchosi monili da lasciar sfilare in prima serata, con le luci della ribalta che illuminano e il talento fosforescente che acceca. E’ una serata specialissima, da strapazzare con uno scatto da «turboman»: il futuro l’attende.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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