«Noi l’abbiamo sempre onorata la maglia». Lo urla una, due, tre volte. Sbraita come un forsennato Morgan De Sanctis a fine partita. Quello striscione, quella scritta «Onorate la maglia», l’aveva già notata da tempo, da molti minuti: e quando la gara è finita, quando il ritorno al successo dopo tre settimane esatte si concretizza, il Pirata fa uno scatto come neppure fosse un centometrista, in direzione di quei tifosi che a lungo, troppo a lungo, avevano sventolato quella scritta. «Vedete se questa è sudata», ha urlato come un dannato De Sanctis. E loro, i tifosi che a lungo nella ripresa hanno fischiato, contestato, rumoreggiato la maglia del loro portiere l’hanno tenuta. Una scena che che ha fatto venire alla mente le immagini del Dnipro Arena quando i 180 supporter azzurri che sfidarono il gelo della notte ucraina per vedere il Napoli soccombere per 3-1, restituirono a Cavani, Pandev e tutti gli altri le maglie che avevano lanciato sugli spalti. Il peggiore degli insulti. Pure Frustalupi è intervenuto sull’argomento: «Ci possono rimproverare di sbagliare i gol e i passaggi ma non di dare sempre il massimo in campo».
Morgan è destinato a rimanere a Napoli ancora due anni: l’accordo per il rinnovo del contratto è cosa praticamente fatta da tempo e la carriera la chiuderà in azzurro. De Sanctis ama fare il leader, ogni volta ci mette la faccia: è il veterano del gruppo ed è giusto che sia così. Come quando, di ritorno dagli Europei, corse dal procuratore federale Palazzi per sgombrare ogni dubbio sulla sua posizione. «La maglia la onoriamo sempre e nessuno può dirci che non lo facciamo», ha proseguito nel suo sfogo mentre rientrava negli spogliatoi.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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