Sei vittorie consecutive da quel maledetto 4 marzo, una pazza corsa verso l’Europa che aveva fatto sognare una città e un popolo. La Fiorentina ha trasformato il dolore in forza, le lacrime in orgoglio. Per Davide Astori, che da lassù avrà vegliato sulla squadra, sui suoi amici. Già, anche se poi i suoi compagni non ce l’hanno fatta. Fatale la sconfitta alla penultima giornata contro il Cagliari. Non sono bastate le due vittorie nelle ultime sette di campionato per poter staccare un pass per l’Europa League. Uno dei principali protagonisti di questa cavalcata si chiama Riccardo. Di cognome fa Saponara e, fino a quella terribile trasferta di Udine, stava facendo i conti con un’altra stagione deludente della sua carriera.
Era un oggetto misterioso, perso fra infortuni e tante incertezze. Poi tre assist, sempre in campo a dedicare ogni vittoria al suo Capitano, al suo amico: “È finita – ha scritto sul proprio profilo Instagram facendo così un bilancio su questa stagione così particolare – vano è stato il tentativo di aggrapparci al treno europeo, non sono stati sufficienti tre mesi di rincorsa per coronare un sogno nato quel 4 marzo che ha colpito ciascuno di noi. Probabilmente il nostro ottavo posto finirà nel ‘dimenticatoio’, nessuna impresa è stata effettuata, nessuna coppa è stata portata a casa. Nonostante ciò, credo di poter ammettere che sia stata la stagione più difficile ma più incredibile della mia breve carriera”.
Sensazioni contrastanti, dal pianto all’urlo di gioia, dall’insicurezza a una cattiveria ritrovata: “Mai ho vissuto emozioni simili – ha continuato – mai ho constatato una crescita personale tale. La tragedia ci ha privato di un amico, un condottiero, un punto di riferimento, una guida. Al tempo stesso ci ha insegnato a non avere paura: di soffrire, di piangere, di palesare insicurezze e paure, di condividere le nostre emozioni senza filtri, di credere che essere uomini non significa essere invincibili supereroi. Tutto ciò ci ha cresciuto, ci ha fortificato, ci ha unito. Andiamo a casa senza traguardi, ma con la fierezza e l’orgoglio di aver lottato, come una squadra vera, fino alla fine per un ideale, per un obiettivo comune, per qualcosa di superiore, mettendo in un angolo egoismi o glorificazioni personali”.
“Citando una frase letta ultimamente, ‘le storie che rimangono dentro non sono quelle dal lieto finale, ma quelle che fanno emozionare‘. Ancora una volta, hai saputo regalarci un grande insegnamento. Grazie di tutto, Davide”, ha concluso Saponara nel suo messaggio.
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