Adesso sognare è lecito. La Juve Stabia, orfana di Mbakogu e Bruno, espugna il Picco soffrendo e mostrando il cinismo da grande. Tre gol, poker sfiorato nel finale, rimontata due volte ma in grado di replicare alle sberle con il piglio da leader. Il blitz consente di blindare il quarto posto, piena zona play off. Un’impresa, frutto della doppietta di Danilevicius e sigillo di Dicuonzo, che arriva in una sfida che rievoca i ricordi della finale scudetto non disputata nella stagione ’44-’45. Braglia apporta novità solo in difesa: a destra schiera Maury per lo squalificato Baldanzeddu mentre al centro scommette su Murolo, l’ex di turno applaudito dai tifosi locali così come Gorzegno, al quale viene donata una targa. A centrocampo, poi, la decisione al fotofinish di schierare Mezavilla, alla vigilia dato tra i titolari, al posto di Improta, già inserito nelle distinte distribuite in sala stampa.
La gara è piacevole e combattuta. Come ci si attende da due compagini d’alta classifica con quella stabiese a indossare i panni della sorpresa del campionato. Serena in attacco si affida a Sammarco, Antenucci e Okaka. L’avvio degli spezzini è arrembante. La Juve Stabia soffre lungo le corsie, in particolare quella di sinistra dove Dicuonzo non sempre riesce ad arginare le folate offensive spezzine favorite anche dai vuoti lasciati da Acosty, più a suo agio nelle ripartenze come dimostrerà anche nell’azione del gol del vantaggio (40’) siglato di testa di Danilevicius. Ma i pericoli per Nocchi (al 35’ replica alla grande su Garofalo, già pericoloso in avvio) arrivano pure dalla corsia opposta con Okaka spina nel fianco per Maury. Pericoli sventati anche da Scognamiglio e Murolo, cresciuto alla distanza. Braglia, che inverte subito le posizioni di Caserta (ci prova al 23’ e 25’), dirottato a destra, e Mezavilla ordina anche a Cellini e Danilevicius di scambiare posizione per non dare riferimenti a Goian e Sammarco. A centrocampo a completare l’opera ci pensa Genevier, pronto a sacrificarsi nei ripiegamenti difensivi. Trappola del fuorigioco e ripartenze la tattica degli stabiesi. Ed è proprio una ripartenza di Acosty a propiziare il vantaggio. Un gol che manda in bambola lo Spezia: prima Goian rischia il rosso per fallo su Mezavilla; poi Benedetti, già ammonito, tocca con un braccio su tiro di Mezavilla (44’) ma l’arbitro non assegna il rigore chiesto anche dalla panchina (allontanato il vicepresidente Nicola Giglio).
Nella ripresa, l’avvio, dopo un minuto di sospensione per un problema a un cartellone pubblicitario alle spalle di Iacobucci, è di marca bianconera ma i gialloblu sono accorti e anche cattivi al punto giusto come dimostra il giallo a Murolo. Nocchi blocca un tiro di Bovo (6’) . Ma il forcing dello Spezia, intervallato solo da un tentativo di Cellini (9’), è asfissiante. Sammarco (8’) fallisce di testa, poi è Sansovini, in acrobazia, a sfruttare l’assist di Okaka e a pareggiare.
La Juve Stabia soffre. Le ripartenze gialloblu si registrano con il contagocce ma quando vengono innestate son dolori per i liguri. Al 22’ Cellini viene trattenuto da Benedetti, ancora una volta «graziato» dall’arbitro. Dalla punizione di Caserta scaturisce il raddoppio: tocco per Genevier, cross per Danilevicius e gol. È il 23’. Braglia richiama Cellini e lancia Improta, subito protagonista di un contropiede. Dopo poco alla classe di Caserta vengono preferiti i muscoli di Jidayi. Prima, però, c’è la parata di Nocchi (30’) su Sammarco. La Juve Stabia sembra essere padrona ma la beffa è dietro l’angolo: al 40’ buco difensivo e pari di Antenucci.
Ma i gialloblu non mollano. Al 42’ contropiede di Improta, assist per Danilevicius, tiro respinto da Iacobucci e gol di Dicuonzo. Le emozioni non sono finite: gol annullato ad Antenucci per fuorigioco, poi i tre tiri consecutivi (di Acosty e Improta) ribattuti e il poker sfiorato da Improta. Finisce con i cori razzisti dei tifosi liguri («Vesuvio lavali con il fuoco») e le contestazioni all’arbitro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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