Quattro gol, due per parte, eppure una brutta partita. È finita 2-2, ed è anche giusto, ma tra Juve Stabia e Albinoleffe si è visto quasi di tutto, in una partita che poteva essere tante cose e alla fine si è risolta solo in un pari che fa infelice Braglia. Anche perché la rimonta della squadra ospite, sotto per 2-0, si concretizza a due minuti dal 90′ dopo che i gialloblù hanno dato l’impressione di accontentarsi troppo presto o di non saper fare di più. La sorte non aiuta gli stabiesi, forse, ma è anche vero che gli errori sono tanti, vistosi, e tutt’altro che inevitabili.
La squadra di Braglia in novanta minuti ha dato il peggio e il meglio che potesse: ha incalzato i bergamaschi con improvvise accelerate nel primo tempo, ha recitato un ruolo troppo remissivo dal 2-0 in poi. I lombardi hanno carattere ed esperienza. Quella del Menti è già una sfida che ha il sapore dello scontro-salvezza e l’Albinoleffe lo sa.
La gara ha inizio con la Juve Stabia che è subito davanti a Offredi. Cazzola al 7′ butta la palla sul portiere da due passi e, anche se è stretto da due avversari, non è un bel partire. Al 16′ fa tutto bene sulla sinistra Mbakogu, Erpen bene appostato devia in rete da posizione centrale. Il vantaggio non scuote gli ospiti. Zito prende il posto dell’infortunato Erpen, la Juve Stabia insiste e la gara dà quasi la sensazione di essere divenuta una formalità. Non è così, perché davanti all’area dell’Albinoleffe è la fiera degli errori e delle incapacità. Il tecnico bergamasco Fortunato schiera una squadra se non proprio rassegnata, certamente con poche pretese e molte preoccupazioni. Il raddoppio arriva quasi a tempo scaduto: è un colpo di magia, ma soprattutto di fortuna, di Cazzola, che colpisce di tacco spalle alla porta dopo una mezza torsione e sorprende tutti. Lui per primo.
Come inizia la ripresa, al primo angolo è caos. Calcia Pacilli e il pallone colpito di testa da Germinali, che è scandalosamente libero, finisce in porta. L’Albinoleffe si butta in avanti, e la Juve Stabia perde le prime geometrie. L’uscita del nigeriano Mbakogu è pesantissima sul piano del gioco con la difesa che diventa a cinque (c’è De Bode a dar peso) e il baricentro che arretra di trenta metri. Scognamiglio butta palloni in avanti scavalcando il centrocampo, Sau prova da solo, di Raimondi non c’è traccia.
Per gli stabiesi è un finale da brividi, la squadra si ammucchia in area, commette sviste e affanni in serie, con Seculin che non ha mai un momento di pace: Girasole, al 35′, fugge via sul filo del fuorigioco e centra il palo in diagonale con il portiere di casa battuto. La Juve Stabia si arrabatta, soffre, difende come può, e molto conta sulle frenesie e le imprecisioni degli avversari. Un paio di volte in contropiede viene sciupata l’occasione per mettere le cose al sicuro, poi ecco l’88’: sarebbe ora di mandare qualche pallone in tribuna, invece Dicuonzo regala una punizione dai 35 metri. Il cross di Hetamaj – che Seculin guarda senza intervenire e con mezza difesa piazzata che tenta di saltare ma non si alza – viene colpito di testa da Lebran che pareggia con Baldanzeddu che sulla linea non riesce a respingere.
Nei cinque minuti di recupero prima Sau sfiora il gol del clamoroso 3-2 e infine Baldanzeddu libera su un tiro-cross micidiale destinato ai piedi di Torri. La Juve Stabia fa un calcio giovane e ingenuo. Alla fine la gente ha applaudito (in curva anche il portiere del Parma, Mirante). Succede che finisca così: un po’ per inesperienza e un po’ per stanchezza.
«Ho avvertito i miei dei rischi che avremmo corso nel secondo tempo, abbiamo mollato troppo presto. Un’occasione persa»: il pensiero di Braglia.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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