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La Juve Stabia protesta per i numerosi torti arbitrali

Il sindaco deve sistemare il manto erboso

La rabbia è smaltita, la delusione non ancora. Il giorno dopo la beffa di Modena, stavolta contro la squadra dell’ex Colombi, la Juve Stabia non ha ancora digerito il boccone amaro di una sconfitta scaturita soprattutto da decisioni arbitrali quanto meno dubbie. «Beh, la rabbia è passata, è vero – sorride amaro il patron Franco Giglio -. Sul momento ci resti male, è dura. Poi ci si rende conto che la vita continua, che il campionato è ancora lungo, e anche il nero comincia pian piano a sbiadire». Due episodi, il possibile rigore su Improta, il gol viziato da un fallo di mani e, forse, da un fuorigioco, la società gialloblu stavolta non resterà con le mani in mano. «Assolutamente – conferma il dirigente – ci faremo sentire nelle sedi opportune, anzi, l’abbiamo già fatto. Perdere non è un’onta, ma quando accade così fa davvero male». Ancora di più perché la seconda sconfitta in dieci giorni, sempre a Modena, è arrivata con modalità simili a quanto accaduto col Sassuolo. «Volendo stemperare i toni – prosegue Giglio – potremmo dire che almeno in quello stadio, per quest’anno, non giocheremo più. Di sicuro in entrambi i casi abbiamo subito dei torti che ti lasciano davvero senza parole. Peccato, ma l’obiettivo, ora più che mai è rialzare subito la testa e riprendere il cammino interrotto». Sabato al Menti arriva il Lanciano. Squadra cui è legata, nel bene e nel male, una fetta della storia recente della società stabiese. Una salvezza conquistata prima dell’avvento di Giglio e Manniello e, dopo il ripescaggio degli abruzzesi, l’amara retrocessione nella prima stagione del duo presidenziale. «Indubbiamente è una squadra che abbiamo incrociato spesso. Sabato verranno al Menti, li aspetteremo con tanto rispetto, ma anche con tanta rabbia dentro. Vogliamo rifarci subito, ripartire».
Da verificare la situazione degli infortunati. Le assenze contemporanee di Bruno e Mbakogu hanno finito per pesare sull’economia del match di Modena. «È vero. Il nostro tecnico ha dovuto fare scelte per certi versi forzate. Avesse avuto tutti gli attaccanti a disposizione forse avrebbe potuto gestire la gara diversamente. Quello dei tanti infortuni di questo periodo è un problema serio che, sono onesto, mi preoccupa. Il sindaco ha dichiarato che in caso di serie A avrebbe realizzato uno stadio nuovo, personalmente – spiega ancora Giglio – penserei prima di tutto a sistemare il Menti. Il nostro manto erboso è ormai liscio come un prato, ma non inglese, uno di quelli di bassa caratura. Abbiamo tempo per programmare un intervento da cui, oggi come oggi, non si può più prescindere».Giglio prova a guardare oltre la sfida di Modena e all’orizzonte intravede l’appuntamento con la storia, la sfida di Firenze del 28 novembre, in coppa Italia: «Non c’è ancora l’adrenalina – spiega col sorriso che torna sul suo volto -, ma sicuramente l’orgoglio di essere arrivati, in pochi anni, dall’essere una squadra di serie C a giocarci una sfida del genere. Juve Stabia e Fiorentina sono accomunate, nei rispettivi tornei, da organici solidi e due tecnici che sanno fare la differenza. Sarà una serata di festa prima di tutto, lo zenith della nostra esperienza alla guida di questa società». E Modena è già un po’ più lontana…

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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