Cuore Juve Stabia. La squadra di Braglia fa sua una gara rocambolesca, in cui crea almeno una quindicina di palle gol, riuscendo a trovare l’imbeccata giusta solo un attimo prima del triplice fischio, coronando un’impresa che la porta al quarto posto (insieme a Modena, Cittadella e Brescia), dietro le corazzate del torneo di serie B. Carattere Juve Stabia. I gialloblu spingono, arrivano a tu per tu con Leali, in autentica giornata di grazia, ma chiudono il primo tempo sotto di un gol.
Trovato il pareggio, l’espulsione di Baldanzeddu sembra tagliare le gambe alla possibile rimonta, ma l’impresa è lì, dietro l’angolo, e porta ancora una volta il nome di Fabio Caserta. È lui a suonare la carica nei momenti difficili, è lui a credere nell’errore di Scrosta, rubando la palla che il baby Improta si occupa di depositare in rete. Una sorta di passaggio del testimone, dal più esperto al più giovane, per un mix che manda in visibilio lo stadio Menti.
Inizio con l’attesa “pañolada” la giornata della Juve Stabia. Tanti fogli bianchi sventolati sugli spalti in segno di protesta per i torti subiti contro Sassuolo e Modena. Braglia cambia di nuovo le carte in tavola, presentando un inedito 4-2-3-1 con Cellini unica punta ed il trio Caserta-Danilevicius-Acosty a svariare alle sue spalle. L’assalto della Juve Stabia è frenato dal portiere rossonero Leali, capace di ribattere colpo su colpo agli affondi avversari, fino all’erroraccio difensivo che, nel finale, costringe gli abruzzesi alla resa. Pronti, via, solo due giri di lancette e la Juve Stabia fa subito capire che gara sarà: tiro di Caserta dalla distanza respinge l’estremo del Lanciano, sul palo c’è Acosty che spreca clamorosamente.
La partenza dei gialloblu è veemente, Cellini non è ancora l’uomo in più che vorrebbe Braglia, anche per una condizione non ancora ottimale dopo meno di un mese. È lui, tuttavia (14’), a far tremare ancora Leali. Cross di Baldanzeddu, la punta stabiese aggancia, si gira, il tiro sfiora il palo. La supremazia territoriale campana è netta ma non porta frutto. Braglia capisce che bisogna cambiare qualcosa, inverte Acosty e Caserta, ed è proprio da un cross del ghanese che arriva la palla più pericolosa della prima frazione: primo tiro è di Cellini, Leali risponde di piede, ci riprova Caserta, il portiere respinge ancora. Al 30’ la doccia è gelata. Ballano troppo Figliomeni e Scognamiglio, così Vastola trova il tempo e la testa di Turchi, bravissimo a piazzare alle spalle di Nocchi.
Dopo un momentaneo smarrimento, i padroni di casa ripartono nel secondo tempo sullo stesso motivo della prima frazione. Al 9’ Baldanzeddu cerca Cellini, sponda per Mezavilla che si aggiusta la sfera e batte a colpo sicuro, Scrosta si immola in angolo. Braglia chiama fuori uno spento Genevier sperando nel piedino fatato di Erpen. Il pari è nell’aria: a trovarlo è Danilevicius, che di testa su pennellata di Baldanzeddu trova l’angolo vincente. La gara si innervosisce, ne fa le spese proprio il pendolino sardo, fuori anzitempo per un colpo ad un avversario. Il brivido per il Menti arriva al 38’, quando Falcone riesce ad eludere la marcatura di Figliomeni e sfiora il palo alla sinistra di Nocchi. La Juve Stabia non demorde, vuol fare suo il match. Al 44’ Leali serve Scrosta, lento il passaggio di ritorno sul portiere, Caserta ruba palla, sulla ribattuta dell’estremo ospita c’è Improta, l’ex di turno, freddo e bravo a metterla in rete per il tripudio stabiese.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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