Questione di feeling. Se la Juve Stabia ha cambiato marcia ingranando la quinta lo si deve all’approccio finalmente corretto alla nuova categoria, non alle alchimie tattiche. Parole di un Piero Braglia che si è detto pronto a rinunciare al 4-4-2 qualora dovesse evincerne il bisogno.
«I moduli lasciano il tempo che trovano, sono i risultati a determinarne la validità o meno. Con il 4-4-2 abbiamo conquistato 5 vittorie su 6 gare, ma non è detto che in futuro non possa essere costretto a ripartire da zero a causa di nuove difficoltà. Ciò che conta davvero è che abbiamo compreso le insidie di una serie B che nelle prime giornate ci aveva messi in crisi sotto molteplici aspetti».
Un undici gialloblù che si presenta all’appuntamento con la dodicesima giornata ben più maturo del Frosinone che l’allenatore grossetano salvò tre stagioni or sono:
«Non vi è paragone, questo gruppo è diecimila volte migliore di quello. Lì c’era un fenomeno come Eder, ma a livello umano si assisteva a pessimi comportamenti individualistici; qui,invece, da quando sono arrivato si è sempre remato nella stessa direzione ragionando come un collettivo e mettendo da parte gli interessi dei singoli. Contare su veri uomini è fondamentale ed i nostri risultati stanno confermando questo assioma».
Chi ha saputo ricreare uno spirito di coesione è Maran, trainer di un Varese tornato sé stesso dopo un avvio di stagione da dimenticare:
«I nostri prossimi avversari non hanno cambiato tanto rispetto allo scorso campionato. Probabilmente la società ha pagato la scelta di affidarsi ad un allenatore come Carbone che aveva collezionato qualche panchina a Pavia e poco più, onestamente non so come ci si possa affidare a giovani con poca esperienza alle spalle. Con Maran la musica è cambiata, lui conosce benissimo la categoria e probabilmente è riuscito a motivare nuovamente una squadra partita sottotono. Di certo sarà un match difficile, ma d’altra parte si sa che in questa categoria non esistono confronti semplici».
Dopo la trasferta lombarda i gialloblù disporranno di appena tre giorni per preparare la partita di Castellammare contro il Vicenza:
«Giocare a pallone non è come lavorare in miniera, gli incontri ravvicinati non mi preoccupano. Se poi dovessi accorgermi che qualcuno è stanco, mi regolerò di conseguenza, fare discorsi del genere ora non ha senso».
Una settimana speciale quella di Braglia, oggetto dei complimenti spassionati dei presidenti Manniello e Giglio:
«Questo club è una grande famiglia e sono felice di farne parte. Spero continui a maturare nei prossimi anni, alcuni aspetti vanno limati. Lo stadio, secondo il mio parere, va gestito in esclusiva, il sintetico viene usurato dalle troppe squadre che vi giocano, per noi cresce il rischio di infortuni e la Lega potrebbe decidere di toglierci l’agibilità».
Il tecnico stabiese torna poi sulla vicenda Colombi:
«Per lui la Juve Stabia deve venire prima di tutto, ne è consapevole. Non so e non mi interessa se verrà convocato dalla Nazionale contro Turchia ed Ungheria, ciò che conta davvero è che abbia ben chiare determinate priorità. È naturale che ambisca a rappresentare l’Italia, ma bisogna far bene nel proprio club per ottenere questo privilegio».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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