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La Juve Stabia convince Braglia, ora può partire il «progetto A»

Lo aveva detto. «Tranquilli, non succede niente». Alla fine la fumata è stata… gialloblù. A conferma è arrivato il rinnovo dell’accordo che legherà Piero Braglia ancora per un anno alla Juve Stabia. Il tecnico ha incontrato ieri sera il duo presidenziale, Giglio e Manniello, per confermare loro la volontà di guidare ancora per un anno la compagine stabiese. Domani la «triade» spiegherà nel dettaglio il progetto per il prossimo anno, i particolari dell’accordo con lo stesso Braglia. In pratica, per la Juve Stabia, la nuova stagione è iniziata ieri, nel segno della continuità con i successi che hanno caratterizzato le ultime due annate del club stabiese.
Per un Braglia che resta, nella conferenza di inizio settimana (la squadra ha ripreso solo ieri la preparazione in vista della sfida di domenica col Cittadella) a congedarsi, è il caso di dirlo, da Castellammare, è stato Marco Sau. Il bomber di Tonara, 21 reti quest’anno, tornerà al Cagliari dopo le ultime due fatiche con la maglia della Juve Stabia: «Un po’ di magone – ammette – mi viene, se ripenso a quant’è stata bella questa stagione, a come siano volati questi mesi. È stato un anno bellissimo, che porterò sempre tra i ricordi belli. Qui sono stato benissimo, ho provato grandi emozioni. È stata forse la consacrazione dopo quanto fatto a Foggia lo scorso campionato». Con il salto in serie A, coronamento dei tanti sacrifici fatti lontano dalla sua Sardegna, Sau aspetta il passo più difficile, quello della definitiva maturazione: «Sì. Sono pronto e contento di poter arrivare finalmente in serie A. Nel calcio vero, dei grandi stadi, dei grandi campioni. Non so ancora nulla del mio futuro, se il Cagliari deciderà di tenermi, se mi manderà altrove (Roma, ma anche Udinese e Fiorentina vorrebbero accaparrarselo nda). Per me già essere in massima serie è tanto. So che dovrò continuare a sudare una maglia, ma ci sarà il massimo impegno, come sempre, per cercare di far bene e migliorare ancora». Il sogno, prima dell’addio, manco a dirlo, è migliorare nei prossimi centottanta minuti lo score personale: «Non avrei mai pensato di arrivare a migliorare il bottino di Foggia. E sono contento di quanto fatto. Il massimo, non lo nego, sarebbe un gol al Menti all’ultima, col Sassuolo. Un’ultima emozione, per i tifosi, ma anche per me, con il boato ed il mio nome urlato dagli spalti, come tante volte quest’anno».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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