Via Case Puntellate, un condominio di cinque palazzine fianco a fianco in un cortile zeppo di umanità. Uno squarcio di popolo nel cuore del Vomero. Dal balcone, solo case, e il cielo illuminato dal sole del pomeriggio. Dopo essersi soffermati su un risotto parmigiano e prosciutto crudo e un vassoio di formaggi e affettati, Carla e Maurizio Scopacasa si accoccolano sul divano in compagnia dell’Aglianico. Sulla piattaia, come da tradizione, hanno steso il poster di Diego. Un paio di ”jastemme” propiziatorie a chi vuole male al Napoli, una fetta di panettone in onore di Cavani, e si parte. Maurizio è tifoso da sempre, Carla da qualche anno, da quando un’amica l’ha avvicinata a un gruppo di tifosi, su Facebook, facendoli diventare la sua seconda famiglia. Il Napoli e gli amici le fornirono un appiglio: «Il Napoli è la mia rinascita. È vedere mio marito felice per una vittoria, sentire mio figlio Nicola vantarsi che il suo nome inizia come il Napoli». Piccoli episodi che riempiono il cuore, momenti di vita da tenere stretti. La partita langue e i coniugi, annoiati, quasi si addormentano. Maurizio saluta l’avvicinarsi dell’intervallo con una sfilata di male parole. Torna il panettone e si cerca conforto nella grappa. Carla e Maurizio sperano che qualcosa intervenga a sferzare gli undici. Invece, solo un paio di guizzi. Poi, un sobbalzo. Il ritorno di Maggio. Un gol fresco come una ventata di primavera. E, dopo poco, Cavani dal dischetto. Un insperato due a zero. Maurizio corre verso il balcone a cercare il dirimpettaio juventino. Urla: «T’aggia acchiappà». Spera ancora nella rincorsa. Ci crede.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
