Dortmund. Oggi come sette anni fa. È cambiato il nome, non la storia. Il Westfalenstadion adesso si chiama Signal Iduna Park. Il Borussia Dortmund, per non fallire dopo un disastroso ingresso in Borsa, è stato costretto a vendere il suo stadio, che porterà il nome dello sponsor fino al luglio 2018. Ma tutto è rimasto uguale al 4 luglio 2006, il martedì in cui l’Italia ha fatto vedere che, quando il gioco si fa duro, i duri non sono mai i tedeschi. Ora tocca al Napoli confermare tutto questo e rovinare la notte di festa praticamente già pronta dei teutonici. In più, nel museo dei borussiani c’è il gagliardetto degli azzurri campioni del mondo.
Ecco, stasera la squadra di Benitez proverà a imitare quell’Italia di Lippi che nella lontana estate del 2006 travolge i presuntuosi tedeschi e rimetterà piede sullo stesso prato di questo impianto magnifico, inaugurato il 2 aprile ’74, e ristrutturato tre volte (nel ’96, nel ’99 e nel 2003), perché qui il calcio è religione, anche se non sempre si sono vissuti momenti felici come quello attuale, con il Borussia nel gotha del calcio europeo.
Stasera si gioca nel «Teatro dell’Opera della Bundesliga», dove il Napoli cercherà di provare la stessa sensazione di quell’Italia: la sensazione unica di essere invincibile. Pepe Reina ha l’animo e la grinta, non solo il fisico, del gladiatore. Non è un caso che tocchi a lui affiancare Benitez nella sfida che può consegnare il Napoli alla gloria della Champions. Non è un caso che tocchi a lui parare i colpi e gli affondi e respingere le malizie. «Noi in crisi? Ma non scherziamo. La nostra è una stagione straordinaria. E contro il Borussia dimostreremo tutto il nostro valore». Una grinta da matador. «Le due sconfitte? Non fanno male, si può perdere a Torino mica è un dramma. E anche con il Parma, perché non esistono partite facili in serie A. Dopo una delusione è ancora più grande la voglia di riscatto. Vogliamo tornare a Napoli con la qualificazione, su questo nessuno ha dubbi».
È la voce dei vincenti, di chi ha alzato al cielo la Coppa del mondo. «Dobbiamo giocare come sappiamo fare, rispettiamo il Borussia Dortmund, ma non lo temiamo: se loro giocheranno con intensità, noi giocheremo con intensità superiore alla loro. Noi siamo il Napoli, non abbiamo paura di nessuno. Ma se perdiamo non dobbiamo farne un dramma: i conti li chiudiamo di sicuro in casa con l’Arsenal». Il sorriso non accarezza mai il suo volto finto ruvido in questa serata fredda di Dortmund: «Noi sappiamo bene che se andiamo in campo per pareggiare, perderemo. Ce lo siamo detti guardandoci in faccia: stasera vogliamo chiudere il discorso qualificazione. A far festa saremo noi».
Fonte: Il Mattino
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