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La grinta di Higuain: «Dopo Bilbao serviva una prova di carattere. Ora non molliamo niente»

Perché a quel punto non c’era nulla da perdere, ma non si poteva neanche pareggiare. Perche in quei frangenti, con i volti ancora lividi di rabbia, con il san Mamés come un incubo, con l’1-1 che non concedeva gloria, bisogna buttar via gli argini, togliersi la paura di dentro e dare pressione al genoa, facendogli sentire il Napoli. «Dovevamo vincere e lo abbiamo fatto». C’è un filo d’aria che rinfresca Marassi e, occhio, non il venticello, ma quella scia d’alito con cui De Guzman butta dentro il pallone del 2-1, che al Napoli dà tre punti ma pure ossigeno: perché il processo per i «soliti» difetti s’avvertiva e la delusione per aver dato una dimostrazione di sé soltanto nei quindici minuti finali rischiava di non bastare. «E’ stata dura ma siamo riusciti a portare a casa tre punti».

ESPERIENZA. Quante ne ha viste, nella sua vita, Gonzalo Higuain: ma non c’è età, né curriculum che possa bastare per prendersi quello spicchio di gioia ch’è un successo pari ad un balsamo. Ferite ovunque, dentro l’anima e sulla faccia, poi l’unguento dopo la disperazione: perché il pallone, ad un certo punto, non voleva entrare; e vabbé che non l’aveva fatto neanche per il Genoa, imbattutosi in un Rafael tornato prepotente, però situazioni «buffe» se n’erano create talmente tante da lasciare incredulo un «pipita»-Real. «Dobbiamo migliorare, non abbiamo giocato come vorremmo e come sappiamo, alcuni di noi hanno ancora pochi allenamenti nelle gambe ma questi tre punti ci danno tranquillità per il futuro».

SI DICE, NON SI DICE. La prolina magica, immancabile, è lo scudetto, ormai il tormento collettivo di sei milioni di tifosi sparsi nel mondo e di un Napoli che tenta di sfamarli, però silenziosamente, come fa el pipita che non segna ma si inventa un assist sontuoso, fa reparto da solo, lotta come un giovanotto che deve mettersi in mostra. «Manca tantissimo per parlarne, ma procediamo così».

SI FA, SI FA. Quel che succede dal trentesimo al cinquantesimo è figlio d’un patto d’onore, quando Genoa-Napoli non era ancora cominciata: dimenticare Bilbao, ragazzi, animo gli ha urlato Higuain. «Ce lo siamo detti: dobbiamo dimostrare il carattere dopo quel ko così duro da digerire. Ora dobbiamo imparare a gestire meglio i momenti favorevoli. Avremo due settimane di tempo per preparare la prossima gara».

AGITAZIONE. Fotografia di una serata folle, come quando si decide andare sulle montagne russe: c’è il rischio di restarne scioccati, di lasciarci le coronarie, e Higuain ad un certo punto… «Ero nervoso soltanto perché possiamo dare di più, è nelle nostre corde farlo. Siamo riusciti a chiudere all’attacco, tenendo il Genoa nella propria trequarti, direi in difesa. Abbiamo creato una serie di occasioni chiarissime, sembrava una porta stregata. Però è fatta e questo successo ci servirà per guardare con ottimismo alla nostra stagione. Siamo impegnati in tre competizioni e bisogna riuscire ad ottenere il massimo». Perché a questo punto, non c’è nient’altro da perdere: scudetto, Europa League, Coppa Italia. Il Napoli non molla più niente. E Higuain è qui per aiutarlo.

Fonte: Corriere dello Sport

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