Equidistanza nel giudizio e imparzialità. Sottolineando errori ma anche immediati correttivi a quello che è il caso del giorno. Proviamo a esaminare da una prospettiva quasi sconosciuta (eppure questo dovrebbe essere l’abc della deontologia) l’episodio della espulsione di Marco Tumminello nei minuti finali della semifinale scudetto tra Inter e Roma.
Premesso che non ci interessa né prendere le parti né condannare un ragazzo non ancora diciottenne che ha fatto un’evidente cazzata (e qui, tanto per non adeguarci ai puritani del calcio, ci adeguiamo al linguaggio corrente), ci preme però sottolineare il resto ed il contorno della vicenda. A partire da alcune precisazioni che diano un quadro completo dell’episodio. Per vergare una sorta di “lettera aperta” al ragazzo, scritta a voce alta.
Caro Marco. poco importa se al 90esimo ti ritrovi in panchina nonostante una doppietta che sino a quel momento poteva scrivere la tua grande giornata di gloria. Avevi la febbre nei giorni pre gara inaugurale con l’Entella e De Rossi ti ha schierato ugualmente. Ci sta quindi che possa toglierti contro l’Inter anche e soprattutto in proiezione utilizzo in finale, che sta maturando grazie al tuo 2-1. Mosse di campo del genere sono legittimate da chi in panchina ci sta per quello. Lo sai bene che le scelte dell’allenatore non vanno accettate ma rispettate. Ti ricorderai certo di Allegri e del cambio Mandzukic- Morata nella sfortunata notte di Monaco? Tutto il popolo bue extra campo resta convinto che la Juve non sia andata avanti per “colpa” di quella scelta.. Non invece per fatti tangibili da campo. Come un errore di Cuadrado madornale sul 2-0 che avrebbe seppellito la gara. O per un disimpegno frettoloso di Evra pre-rete del 2-2, anche lì al 90esimo.. .
Ecco. Ci può stare la delusione partendo proprio da quel minuto. Per un rigore stra-evitabile allo stesso minuto, causato guarda caso come allora da un concorso di colpa tra tuoi compagni. Un mix di errori (Ponce-Ndoj) che consentono a Manaj di puntare Capradossi e farsi stendere.
Fa niente, perché i tuoi compagni, rialzano la testa con grande orgoglio e riacciuffano il 3 a 3 nonostante l’altra mazzata del 2-3 di Manaj appena accesi i supplementari.
Lì, sull’ultima punizione, perdi la “brocca” (così continuiamo a sentirci giovani…). La tua trasfigurazione in Tyson trapanese è completa. Nonostante avesse già attirato le attenzioni del 4* uomo e del signor Piscopo. “Basta così, alla prossima vai..” Tumminello avvisato, mezzo salvato. No, dal punto di vista disciplinare, delle intemperanze regolamentari, le quattro mazzate che rimbombano, non possono essere ignorate. E quando arriva Piscopo col rosso in mano ma non ancora sventolato e ti invita ad alzarti dalla panchina per cacciarti, ti ricordi scioccamente che in fondo pure i “grandi” appoggiano impunemente la testa sul direttore di gara. Tutto il resto è buio. Da cancellare nella gestualità. Ma da ricordare eccome per i postumi. Con una grande fortuna però dalla tua parte. Che magari ora non puoi metabolizzare.
Ci stanno e vanno apprezzate le scuse doverose tue nel post.
Cosi come quelle di papà e nonno al ristorante ad un direttore di gara estremamente disponibile al confronto (Eh si, esistono anche arbitri così. Low profile. Che non necessitano tutela tramite la promessa di darli in pasto ai media prossimamente sui nostri schermi).
Ma La tua fortuna, caro Marco, si chiama Roma. Inteso come club. Che con poche parole ti fa capire quanto sia stato grande il tuo errore.
(http://www.asroma.com/it/notizie/2016/05/la-nota-del-club-su-marco-tumminello).
Capirai crescendo, e non necessariamente da calciatore, quale sia stata l’importanza di questa decisione. Non punitiva. Ma educativa.
Ti offriamo una seconda prospettiva. Proprio la lettura di un club. Sempre di una semifinale scudetto Primavera. Sempre relativa ad una testata (questa volta purtroppo andata a segno) Diversa. Tollerante. Addirittura connivente. La dinamica la puoi/potete ritrovare qui https://indiscreto2000.wordpress.com/2009/06/05/ (punto numero 5)
Lì la preoccupazione/timore fu, oltre agli insulti post match per il sottoscritto, che l’episodio generasse la prova tv e relativa squalifica per il ragazzo in chiave finale. Nulla di strano. La cultura del risultato nonostante tutto, anche in un campionato Primavera, era già straattiva 6 anni fa. Non serve marcare la differenza. Parlano i fatti.
Terza ed ultima prospettiva a tuo beneficio. Quella dei Censori Tv ad minchiam (cit. del Professore Franco Scoglio). Quelli pronti a fare la morale a tutti in base alla propria convenienza. Senza averne capacità e soprattutto credibilità. Perché rispondono presente solo quando detentori dei diritti dell’evento. Ma non esistono quando il calcio giovanile nostrano offre spaccati di desolazione ancora peggiori. Ma soprattutto non denuncerebbero nulla. Perché non fa notizia tanto quanto il minutino dedicato al possibile ennesimo arrivo straniero .
Oppure perché, nella più classica delle distorsioni italiane, avendo il piede in più scarpe e procedendo a zigzag con le sentenze coerenti, rischiano di pestare la classica merda per strada.
Illuminante a tal proposito un pezzo di Luca Russo.
http://www.stadiotardini.it/2016/01/il-columnist-leonardi-e-criscitiello-vi-eravate-tanto-amati.html
Ecco. In tal senso, caro Marco, se ci puoi permettere un ultimo consiglio, utilizza questa “vacatio” agonistica tanto vicina al tuo attuale Inferno, per dare un’occhiata qui.
https://it.wikipedia.org/wiki/Non_ragioniam_di_lor,_ma_guarda_e_passa
Ci ritroverai concetti molto utili per il tuo futuro (si spera) da attaccante. E che il tuo idolo Vieri ha spesso adottato non senza la nostra approvazione.
Con immutato affetto.
La redazione LGI
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