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La Giovane Italia – Lorenzo Sgarbi, il bomber operaio alla ricerca della giusta cattiveria agonistica

La Giovane Italia si sofferma sull'attaccante azzurro

Da Bolzano a Frattamaggiore ci sono poco più di 800 chilometri. Una distanza all’apparenza notevole, ma che non ha impedito la nascita di un amore tra un figlio del Trentino e l’azzurro del Napoli. Lorenzo Sgarbi ci ha messo un po’ per assorbire il salto dalla piccola realtà del Sudtirol, ma dopo quasi tre anni nel capoluogo campano è diventato un ingranaggio fondamentale della Primavera partenopea, in attesa di un’estate che potrebbe spalancargli le porte del professionismo.

A Dimaro coi grandi – Partito dalla Virtus Bolzano sulle orme dello zio Veleo, ex centrocampista e considerato come uno dei giocatori più forti della storia del Trentino Alto Adige, Sgarbi è arrivato a Napoli via Sudtirol nell’estate del 2017, prendendosi subito un posto in prima fila con gli Under 17 e, da sotto età, con la Primavera. Promosso con un anno di anticipo nella massima categoria giovanile, l’attaccante classe 2001 è ormai da due stagioni il centravanti titolare della Primavera azzurra. Un ruolo di spicco che gli è valso 4 gettoni di presenza con l’Italia Under 18, oltre ad aprirgli le porte della prima squadra. Ancelotti lo ha infatti convocato per il ritiro di Dimaro della scorsa estate, primo assaggio di un calcio dei grandi che lo attende a breve per il grande salto. Un passaggio, quello tra i professionisti, al quale Lorenzo si è preparato con le due annate da protagonista in Primavera, impreziosite dall’esperienza importante maturata in Youth League.

Bomber operaio – Struttura fisica da punto di riferimento del reparto avanzato, Sgarbi è in realtà molto di più di un “semplice” centravanti-boa. I suoi trascorsi da centrocampista offensivo, prima di essere riconvertito da attaccante centrale, lo rendono una punta dinamica, capace di svariare su tutto il fronte offensivo e di rappresentare un anello di raccordo importante per il gioco della squadra. Caratteristiche che lo portano spesso a giocare anche lontano dalla porta, a volte forse troppo considerando il fatturato realizzativo non eccezionale nelle due stagioni e mezzo in Primavera. Un “bomber operaio”, insomma, che col Napoli ha imparato ad utilizzare nel migliore dei modi i quasi 190 centimetri di altezza. Una struttura potente ma al tempo stesso agile, che gli consente di reggere il contrasto con qualunque avversario ma anche di essere sufficientemente rapido a dispetto delle lunghe leve. Sul piano caratteriale, poi, il passaggio nel settore giovanile azzurro ha rappresentato uno step fondamentale per la maturazione del ragazzo di Bolzano. Per imporsi tra i grandi dovrà trovare dentro di sé quella ferocia agonistica che ancora gli manca. Si accettano consigli da zio Veleo, perché ormai il momento del passaggio al piano superiore sembra essere dietro l’angolo.

Fonte: La Giovane Italia

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