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La gioia di Reina: «Felice del risultato, conferma il nostro valore. Faremo bene in campionato e in Champions»

Buona la prima e persino buonissima: perché in quell’ora e mezza consumata a scrollarsi i fischi dell’Emirates da dentro, ciò che emerge d’istinto è la fisicità del corazziere che si mescola alla esplosività d’un atleta vero. Il Reina che non t’aspetti, dopo una settimana di allenamento, è il Reina di sempre: e in quel derby personale, vissuto sul filo di una serenità interiore quasi mai tradita, ciò che appare (invece) un dettaglio è l’errore del quattrodicesimo, l’«assist» per Gnabry, un palleggio di troppo che per poco non diventa una sciagurata idea…. «Però posso dire di essere soddisfatto del  risultato: la conferma del nostro valore, quello di una squadra che vuol lottare per vincere il campionato e far bene anche in Champions».

E’ LA SUERTE –  E poi, però, c’è la sicurezza trasmessa al reparto, la padronanza nei sedici metri, l’esperienza e quell’atteggiamento disinvolto che gli consente di andare a prendere il pallone sul cross con una mano sola, giocandoci pure per alimentare il pathos. Ma, minuto diciotto, c’è poi il rigore: è l’attimo fuggente in cui Pepe Reina dà il meglio di sé, rimette in campo il fenomeno che contro il West Ham (finale di Fa Cup) ne parò tre nella sequenza decisiva, si concentra su Podolski e lo annienta. « Ma no, è suerte. Casualità. E la capacità del nostro preparatore di tenerci aggiornato, di sapere come calcia colui il quale calcia ».

LA FELICITA’ –  Il resto è gioia: è un 2-2 che lascia tranquillo, che dà coraggio, che induce all’ottimismo uno che ne ha viste tante e che ne vuole vivere altrettante, perché Napoli è stata una scelta precisa. « Volevo essere qui e volevo essere con Rafa. Siamo una bella squadra e possiamo competere a qualsiasi livello, sia in campionato che in Champions League. Il Liverpool è il passato, resto sempre legato a quel club ed a quei tifosi, ma sono contentissimo di essere arrivato in questa società in cui trovo un allenatore meticoloso e bravissimo e nuovi compagni di valore. So di essere al centro di un progetto di un club assai forte che vuole competere tanto per lo scudetto quanto in campo internazionale. Le premesse sono ottime».

GLI ERRORI –  Ma l’Emirates suggerisce altro, al di là dell’euforia: le indicazioni evidenti arrivano dal campo e inducono a rivedere i video degli anni scorsi, a riscoprire nelle disattenzioni attuali le cause di qualche distrazione del Napoli che fu. Finisce 2-2 e l’Arsenal riesce a compiere la mezza impresa attraverso un capolavoro di Giroud da angolo e un colpo di testa di Koscielny da punizione: « E’ vero: siamo stati battuti su due palle inattive e questo significa che avremo argomenti da affrontare negli allenamenti. Il lavoro settimanale ha la funzione di migliorarci, lo utilizzeremo affinché in futuro non accada. Non bisogna allarmarsi, semplicemente impegnarsi per evitare che succeda di nuovo. Però penso che complessivamente il Napoli abbia giocato bene e che la difesa, a parte alcuni episodi, abbia tenuto con sicurezza. Poi ci sono anche gli avversari, val la pena ricordarlo: ma noi abbiamo fatto un’ottima figura ».

Fonte: Il Corriere dello Sport

La Redazione

M.V.

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