Cerca
Close this search box.

La Germania premia Klose per il gesto di fair play al San Paolo

Dal ritiro della Germania arriva una confessione sconvolgente da parte di Miroslav Klose. I suoi gol sono sempre accompagnate da esultanze caratteristiche, dal segno dell’ok con la mano all’acrobatico salto mortale. Un’abitudine che presto potrebbe essere abolita: “Le capriole? Penso di essere ancora in grado di farle ma, sinceramente, non voglio prendere rischi, perché vorrei arrivare sano e salvo al 2014“.

Meno tre da Muller, tre reti e poi sarà il re dei bomber all time in Germania.Miroslav Klose è famelico, a 34 anni ha la stessa voglia di quando era un ragazzo, non si pone limiti ed è questa la sua forza. Guardatelo alla Lazio: è arrivato in biancoceleste dal Bayern Monaco, poteva comportarsi da star, ergersi al ruolo di prima donna e invece si è calato nella nuova realtà in silenzio, con umiltà, mettendo a disposizione la sua esperienza, raccogliendo i palloni dopo un allenamento con i ragazzini della Primavera. I crismi del campione li ha sempre avuti nel dna, con gli anni è migliorato, è come un buon vino. La Lazio se lo gode, così come la Germania. Klose è il protagonista, l’unico attaccante centrale convocato da Loew.

Ogni tecnico che ha Miro in squadra –ha dichiarato Loew– deve ritenersi fortunato. E’ un attaccante completo, è il secondo cannoniere nella storia dei Mondiali, garantisce un rendimento elevato anche nelle partite più importanti“. Loew se lo tiene tretto, soprattutto ora che Gomez è fermo ai box. Prima della rete all’Irlanda, aveva segnato un solo gol in nazionale nel 2012, si è sbloccato e non vuole più fermarsi. “Klose -ha continuato Loew in conferenza stampa- è un modello per tutti, soprattutto per i più giovani. E’ un modello sia come attaccante, che come uomo squadra. E’ una guida per chi gioca insieme a lui. E’ un attaccante formidabile, sa leggere l’azione come pochi, si mette sempre nella condizione di essere un riferimento per i compagni e lo avete visto contro l’Irlanda. E’ fondamentale per il nostro tipo di gioco”.

E’ l’elogio di Klose, di una nazione intera che lo esalta e lo venera. E’ un’istituzione, in nazionale ha una media gol spaventosa, gli mancano gli ultimi tre passi e poi sarà leggenda. Muller non è mai stato così vicino, ma Klose non ci si vuole soffermare troppo:

Sono rilassato -ha dichiarato nella conferenza di vigilia alla gara con la Svezia-, so che è qualcosa che un giorno mi renderà orgoglioso, ma non è il traguardo finale della mia carriera. Muller rimane unico, inarrivabile, l’ho detto personalmente a lui“.

Non si pone obiettivi, il Mondiale in Brasile è il suo vero sogno, quello per il quale continua a correre e segnare: 

“Alla mia età è difficile fare previsioni. Giocherò le prossime stagioni con la Lazio e se tra due anni starò così bene, il mio sogno è andare al Mondiale“.

Ha tanta voglia di migliorarsi, è questa la sua forza. Mai appagato, mai soddisfatto, ha una fame infinita per dirla alla Petkovic.

“Mi ricordo che quando ero più giovane, il mio punto forte era il colpo di testa. Poi negli anni al Werder ho capito che dovevo completarmi, saper dialogare meglio con la squadra. Adesso, alla mia età, è importante variare tipo di gioco, saper leggere bene le azioni e i movimenti delle difese avversarie. C’è sempre da migliorare“. In Italia è felice, non si è mai pentito della sua scelta, la Lazio lo ha accolto e fatto sentire importante. Miro ha ricambiato alla grande: “Prima di venire in Italia ho scambiato qualche battuta con Luca Toni che mi ha parlato positivamente della Serie A. Ero consapevole di essere in grado e di potermi calare in questa nuova realtà. Oggi i giocatori della nazionale tedesca possono avere molte più chance di me alla loro età”

MEDAGLIA AL VALORE –  La sentite la voce del campione? E’ lui Klose, a 34 anni ha ancora il desiderio di affinare le sue capacità, di andare oltre i limiti. Ha segnato cinque gol in campionato, gol che diventano sette con quelli segnati in Europa League e in nazionale. C’era chi temeva un Klose scarico dopo gli Europei, macché. Klose è infinito e in Germania non si è mai fermato l’elogio per il gesto di Napoli, per quell’ammissione di colpa che ha fatto il giro del mondo. Domani prima della partita con la Svezia, sarà premiato con una medaglia dal presidente e dal segretario generale della Federazione:

“Il fair-play deve essere un modello, ci sono tanti ragazzi giovani che gli guardano. Ho ammesso l’errore, e lo avevo già fatto in Bundesliga sei anni fa, dicendo che quello che mi era stato concesso non era rigore. Dobbiamo essere dei modelli e preservare l’equità“.

Parla da uomo vero, da campione. Non vuole proprio scendere in polemica con Hoeness, ha deciso di farsi scivolare addosso le stoccate del suo ex presidente: “Questa vicenda mi ha stancato, non voglio tornarci su”, tuona Miro. Campione in campo e fuori. Non se ne trovano quasi più.

Fonte: lalaziosiamonoi.it

La Redazione

A.S.

Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.