La Gazzetta dello Sport scrive a proposito dell’ultima azione di Napoli-Inter: “Il Napoli deve battere una punizione dalla trequarti, ma invece di portare alla battuta due giocatori di piede diverso – per proporre quegli schemi che hanno portato anche bei gol – si ritrova solo Ounas sul punto di battuta. E l’algerino invece di crossare in area passa la palla indietro a Lobotka che gira ancora la sfera, poi Mario Rui, ancora lo slovacco che la butta in mezzo più sospinto dal pubblico che per reale convinzione. E l’arbitro fischia la fine senza che gli azzurri abbiano provato l’ultimo assalto. Ora non è che da quell’azione sarebbe sicuramente scaturito un pericolo, ma è come se su quella punizione la squadra mentalmente si sia detta: ‘È finita, abbiamo pareggiato’. Invece di pensare: ‘Proviamoci anche su quest’ultima palla con tutto quello che abbiamo in corpo’. Nessun processo, sia chiaro, ma in quel flash c’è l’ultimo salto di qualità che la squadra deve fare e il suo pubblico spingeva in questo senso”.
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