I racconti sono sempre diversi dalla realtà, permettono all’immaginazione di volare e rendono affascinante qualunque cosa, anche una garçonniere dentro lo stadio; La realtà, invece, è cruda e orribile: è un box spoglio e minuscolo con un materasso; è puzza che si cuoce al sole; è una saracinesca che s’apriva di giorno e di notte per andare in un postaccio gelato d’estate e bollente d’inverno a sfogare istinti sessuali (un video è disponibile sul nostro sito ilmattino.it).
Stadio San Paolo, dopo la bufera sulle foto a pagamento per gli sposi a caccia di ricordi particolari, e dopo lo scandalo sulle stanze dell’amore ricavate nel tempio del calcio, c’è un elemento che subito salta agli occhi: è un materasso. È stato gettato in mezzo ai rifiuti sotto la tribuna, è decisamente singolare. Dentro uno stadio puoi immaginare che l’immondizia sia fatta da lattine di bibite, buste di patate fritte e «sementi», magari ci può stare l’asta rotta di una bandiera o uno striscione a brandelli; pensi che possano esserci strappi di biglietti usati, cicche di sigaretta, bottigline di plastica: ma perché dovrebbe esserci un materasso nell’immondizia dello stadio?
Se lo saranno chiesti anche a palazzo San Giacomo, forse è per questo che hanno avviato una indagine interna per capire chi, e quando, apriva le porte dello stadio a sposini con fotografo al seguito o a coppie in cerca di una singolare intimità nel luogo che uno s’immagina come il più affollato del mondo.
E invece quando il calcio è in vacanza, questo posto, lo stadio San Paolo, puzza d’abbandono e solitudine. Le stanze dell’amore individuate dall’indagine interna di palazzo San Giacomo sono due. E si trovano quasi all’opposto dell’ovale di Fuorigrotta. Una è posizionata dentro la tribuna ospiti, a ridosso della curva «A»: si tratta di un box di cemento protetto da una saracinesca e chiuso da una porta a vetri. Oggi lì dentro c’è solo un mobiletto con una manciata di detersivi; fino a qualche tempo fa la stanzaccia era arredata con un paio di materassi, l’uno sull’altro. Nessuno dirà mai ufficialmente che si trattava di una stanza «dell’amore», in via ufficiosa, però, tutti lo sussurrano. L’altra garçonniere si trova in area «distinti»: attualmente è invisibile perché la serranda di protezione è calata e bloccata con la serratura. Chi l’ha vista la racconta non dissimile dalla prima: cemento, mura spoglie, e un letto, stavolta, non solo materassi gettati per terra.
All’interno dello stadio ci sono i lavoratori del San Paolo che sono molto arrabbiati per quel che s’è detto. Non vogliono essere tutti trasformati in delinquenti e lenoni, pretendono che si faccia chiarezza e che, se ci sono responsabilità, vengano individuate con certezza, per lasciare limpida l’onorabilità di tutti gli altri lavoratori.
Finché non ci sarà chiarezza, però, intorno allo stadio continuerà ad aleggiare l’ombra che c’è adesso, nel caldo afoso che annuncia l’estate vera. Un’ombra che, proiettata all’esterno, conserva un pizzico di romanticismo tipo «andiamo a fare l’amore dove si esibiscono i nostri idoli», ma che, vista da dentro, è completamente diversa: è fatta di materassi gettati per terra e puzza di pipì che si diffonde nell’aria.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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