Due ore all’inizio di Napoli-Roma, la partita di Ciro Esposito. Tutta Napoli aspetta questo giorno. Occhi al campo, il cuore ed il pensiero, però, sono altrove. Il cuore di Antonella, la mamma di Ciro. Il pensiero di Scampia, il quartiere di Ciro. Lo senti, lo percepisci, lo vedi. Negli occhi di chi gli ha dato l’ultimo abbraccio.
In punta di piedi entriamo nel garage gestito dai suoi fratelli, Michele e Pasquale. Ci sono adesivi con il volto di Ciro, un bellissimo murales, delle sciarpe. È lo stesso dove lavorava anche lui. Michele sta finendo di sistemare un’auto. Ci dice che la partita non la vedrà proprio. Mentre la mamma, Antonella Leardi, non vuole perdersela. Ma resterà a casa. Niente San Paolo. Arriva la nipotina da Brescia. La famiglia al primo posto. Come sempre. E allora è proprio Michele che ci propone di andare a salutare la mamma.
A pochi metri dal garage c’è il palazzo dove vive mamma Antonella, la mamma d’Italia, che con la sua forza infinita non fa altro che lanciare messaggi di pace e distensivi per tutte le tifoserie. Saliamo al primo piano. Ci apre lei. Aspetta l’arrivo della nipotina, che ha il suo stesso nome: Antonella. Ma non per questo non è disposta a dedicarci un po’ del suo tempo. Lo fa con tutti. E’ una donna disponibile. Non si nega a nessuno.
Mentre siamo lì squilla il telefono, una, due, tre, dieci volte. E lei dice a tutti sì. Che forza. Che coraggio. Oggi è un giorno speciale per lei. Duro come tutti gli altri che sono venuti dopo l’incidente di Ciro. Ma lei non umolla. Parliamo soprattutto della Roma. “Fin dal primo giorno ho provato ad entrare in contatto con la società – racconta Antonella Leardi a GianlucaDiMarzio.com – e con Totti, il capitano. Non è stata una cosa facile, ma quando ieri ho letto il suo messaggio di pace è stato un momento bellissimo. Vedere un grande campione come lui accogliere il mio invito mi ha fatta felice. Vuol dire che quello che sto facendo non è inutile. La morte di mio figlio non è avvenuta invano”.
Antonella Leardi è una donna dalla forza che stordisce. Perché non molla, sembra impenetrabile nel suo dolore, ma allo stesso tempo lascia intravedere quei risvolti di umanità che ti lasciano un senso di emozione indescrivibile.
Il tempo scorre. Oramai manca quasi un’ora al fischio d’inizio. Parliamo di tutto. E’ molto addolorata da alcuni messaggi che ha letto su Facebook da parte di alcuni gruppi romanisti, che la accusano di speculare sulla morte di suo figlio.
“Non capisco come sia possibile che il mio messaggio non riesca a passare. Voglio che tragedie come quella di Ciro non si ripetano. Che tutti possano andare allo stadio con il sorriso sulle labbra. Proprio come faceva Ciro”. Per suo figlio il Napoli era un grande amore. “Non ho mai avuto paura quando andava allo stadio. Sia in casa che in trasferta. Non è mai ritornato con un graffio. Tra noi c’è sempre stata grande fiducia”. Quella che lei stessa vorrebbe le autorità dessero ai tifosi. “Sarebbe bello se i tifosi fossero più responsabilizzati”.
Intanto la partita si avvicina. L’idea è quella di vederla insieme. A casa con lei e la sua straordinaria famiglia. Ma poi squilla il telefono . E’ arrivata la piccola Antonella. La nonna risponde con una voce troppo emozionata e felice da lasciare un segno unico che arriva dritto al cuore. Non si può rovinare un momento così. Intimo. Ci sono cose più importanti del calcio e di una partita. La signora Leardi ce lo insegna ogni giorno con i suoi messaggi ed i suoi appelli. E leggerglielo negli occhi è stata un’esperienza che porteremo dentro a vita.
Ecco perché salutiamo e andiamo via. E lei ci saluta così: “Buona partita. Io non sono tifosa ma mi hanno detto che si dice sempre così: Forza Napoli, sempre”. Nel nome di Ciro.
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