Una conferma da Genova. Il Napoli riesce a cambiare pelle a partita in corso e lo fa con ottimi risultati. Dal 3-5-2 di base al 4-2-3-1, che in certe fasi di gioco diventa pure 4-3-3. Mazzarri parte con l’idea tattica consolidata e quando c’è da rimontare cambia modulo. Un modulo più offensivo che funziona in termini di gol e di pericolosità, un modulo che esalta anche Insigne, attaccante che vive un ottimo momento di forma ed è in corsa per la riconferma contro il Milan. «Insigne è un ragazzo in cui crediamo moltissimo, un ragazzo serio e un grande professionista, Mazzarri ne sta gestendo la crescita e lui sta facendo molto bene ma non bisogna avere fretta, occorre equilibrio», ha detto il direttore sportivo Bigon.
Mazzarri sempre più duttile, Napoli sempre più imprevedibile. L’allenatore azzurro parte con l’assetto base, quello che garantisce equilibri e meccanismi collaudati, poi apporta le modifiche per mutare il peso offensivo della squadra quando c’è da rimontare il risultato. Lo ha fatto a Genova e contro il Dnipro ed è andata bene tutte e due le volte, con la doppia rimonta dall’1-2 al 4-2. L’aveva fatto anche a Bergamo contro l’Atalanta quando l’impresa non riuscì ma gli azzurri nel finale costruirono palle gol a ripetizione. Una squadra più equilibrata, quella con il 3-5-2, un Napoli che soffre meno, salvo eccezioni dovute alla cattiva forma di qualche elemento. Una squadra più spregiudicata e più pericolosa con il 4-2-3-1, la formula qualità che prevede in campo tutti insieme Hamsik, Cavani, Insigne e Pandev (a Genova c’era Mesto largo a destra perché il macedone era fuori per infortunio).
Un Napoli più offensivo non solo per la presenza in campo di più attaccanti ma per l’atteggiamento di tutta la squadra che avanza il baricentro e si tiene più alta, a cominciare dalla difesa a quattro: un modulo già sperimentato l’anno scorso più volte quando c’erano da rimettere in piedi le partite. Solo due centrali difensivi e non più tre (Fernandez e Britos con il Dnipro e Cannavaro-Gamberini contro il Genoa), due laterali difensivi di spinta (a Genova erano Maggio e Dossena, contro il Dnipro invece Mesto e Dossena). E poi due centrali di centrocampo a copertura della difesa (da scegliere tra Inler-Behrami e Dzemaili) e la formula qualità in attacco, tre elementi tecnici a sostegno di Cavani (a Bergamo e contro il Dnipro erano Pandev, Hamsik e Insigne, contro il Genoa c’erano invece Mesto, Hamsik e Insigne).
L’abituale modulo di partenza verrà riproposto contro il Milan, il modulo di sempre, il 3-5-2, con possibilità di cambiare in corso se ce ne fosse bisogno. Un interprete diverso probabilmente sì. Diventa sempre più forte il ballottaggio tra Insigne e Pandev, in considerazione anche dell’infortunio alla caviglia del macedone e della sua condizione non ottimale. Anche il nazionale under 21 ieri ha verificato la sua condizione: si è ripresentato un problema a una caviglia per un colpo preso contro il Genoa. Stasera c’è l’amichevole degli azzurrini di Mangia contro la Spagna e Lorenzo quasi certamente non verrà impiegato. Adesso l’obiettivo è il Milan, Insigne punta alla maglia da titolare: a Genova ha fatto la differenza ed è tra i più in forma di tutti.
«Difficilmente nelle prossime gare inizierò con la difesa a quattro, però vedo che il cambio di modulo cominciano a comprenderlo bene», ha spiegato Mazzarri. Pensiero chiaro, si riparte dal 3-5-2 ma il cambio di modulo in corsa diventa sempre più automatico. Il 4-2-3-1 potrebbe diventare di partenza in determinate partite, oppure in situazioni contingenti, cioè se dovessero mancare contemporaneamente più esterni. Un pericolo che sussiste meno rispetto all’anno scorso quando gli esterni erano solo tre, quest’anno con l’arrivo di Mesto sono diventati quattro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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