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La favola Pavoletti: dalla D alla A, basta fare gol. Almeno uno in tutte le categorie

La storia di Pavoletti, dall' Armando Picchi in D al Sassuolo e la prima rete in A

Piattone sinistro e palla in rete. E quando se lo scorderà questo momento Leonardo Pavoletti. Tutto lo spicchio del Barbera, dove ci sono i tifosi del Sassuolo, che esulta per il suo gol. Quello del momentaneo pareggio contro il Palermo (che poi vincerà con una rete di Belotti). E pensare che in estate la sue destinazione sembrava lontana dalla squadra di Di Francesco:Cesena, Genoa e West Ham ad esempio, ma anche Hoffenheim e Wba tra le altre. Niente, era scritto che fosse Sassuolo dove Pavoletti avrebbe completato la sua collezione.

Con questa rete, la prima in A, Pavoletti ha infatti segnato in tutte le categorie. A cominciare dalla D, nella quale ha realizzato 16 reti con la maglia dell’Armando Picchi, dove giocava da quando aveva 14 anni. Leonardo, toscano doc, continua a segnare nella Seconda Divisione della Lega Pro (ai tempi Serie C2) con la maglia del Viareggio. E poi Pavia, Juve Stabia e Casale. Con un unico comun denominatore: quella facilità ad andare in rete (18 gol in C2), che gli vale il trasferimento a Lanciano, in Prima Divisione. E’ con la maglia rossonera che Pavoletti trova la definitiva consacrazione. Come? Chiaro, a suon di gol. Sono 16 a fine stagione. Nessuno ha fatto meglio. Così Pavoletti conquista il titolo di capocannoniere, e festeggia la promozione del Lanciano in Serie B.

Promosso a pieni voti anche Leonardo. Ma non con gli abruzzesi. Arriva la chiamata del Sassuolo, società ambiziosa che punta sui suoi gol per salire in Serie A. Non poteva fare scelta migliore, la dirigenza: cinque reti nelle prime quattro presenze. Ed infatti non va meglio. Colpa di un raffreddore e di una medicina: positivo al tuaminoeptano, dopo aver assunto Rinofluimicil. Risultato? Squalifica di quaranta giorni per doping. Il periodo più nero di tutta la sua carriera. Quaranta lunghi giorni prima di tornare in campo. Ma Leonardo non si ferma, continua ad allenarsi e ad impegnarsi allo stesso modo, se non di più, come se niente fosse.

E quando, finalmente, torna in campo, è già tempo di festeggiare. Cosa? La prima, storica, promozione del Sassuolo in Serie A. Quindi Pavoletti realizzerà il suo sogno di giocare in stadi come San Siro o l’Olimpico. Ma no, è ancora presto. E allora, dopo aver appena accarezzato la Serie A (due presenze con il Sassuolo), arriva il Varese che lo riporta in B. Prestito con riscatto la formula. A fine stagione si lotta per la salvezza e Pavoletti è decisivo con le quattro reti segnate nelle due partite di playout contro il Novara, alle quali bisogna sommare i venti gol messi a segno durante il campionato. A Varese impazziscono per Pavoletti, e per 800.000 mila euro la dirigenza lo riscatta dal Sassuolo.

Un altro anno di B? Siamo sicuri non sia pronto per salire? Se lo chiede anche il Sassuolo, che dopo aver rischiato una volta non se lo vuole far sfuggire ancora. E così, dopo soli due giorni, esercita il diritto di contro riscatto e porta Pavoletti in Serie A. Difficile trovare spazio lì davanti con Zaza, Berardi e Floro Flores. Ma lui è da sempre abituato a fare gol, ed è così che vuole ritagliarsi un po’ di spazio. Proprio come a Palermo.

Francesco Guerrieri per gianlucadimarzio.com

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