È solo un gol ma potrebbe essere quello che gli cambierà la vita, o almeno lo spera: «Forse adesso qualcuno mi avrà notato» si augura Marcello Trotta, attaccante casertano di 20 anni che gioca nel Brentford in League One (l’equivalente della Prima Divisione in Italia) e che domenica scorsa ha contribuito, con la sua rete, a fermare sul pareggio (2-2) il Chelsea del magnate russo Abramovich in FA Cup, costringendo i «Blues» a cercare la qualificazione nel replay del match che si giocherà, questa volta, allo Stamford Bridge. Sarà solo uno spostamento di quartiere per Trotta e il suo Brentford, ma in una delle location più importanti del calcio mondiale. «È quello che aspettavo» – racconta il mancino Trotta (natali a Santa Maria Capua Vetere ma cresciuto a Portico di Caserta, dove sono ancora la sua famiglia e gli amici) – e cioè di avere un’opportunità per mettermi in evidenza. Qui in Inghilterra è più facile perché sono molto seguite anche le serie minori». È questo, d’altronde, il motivo principale che lo ha convinto a lasciare l’Italia ad appena 16 anni. «Ho fatto qualche esperienza nelle giovanili del Napoli, ma era difficile trovare spazio. Io volevo giocare e ho fatto una scelta radicale che mi ha portato a Londra». La valigia non era di cartone ma le difficoltà non sono mancate: «I soldi che avevo all’inizio li ho spesi per fare corsi di lingua, poi è arrivato il primo contratto da professionista (con il Fulham, che lo ha girato in prestito fino al termine della stagione proprio al Brentford) e ora sono contentissimo per quello che sto facendo assieme ai miei compagni. L’obiettivo è conquistare la promozione nella serie B inglese con il Brentford dove segno e faccio segnare (4 assist)», ma se arriverà una chiamata dalla Premier League «sarà bellissimo». L’Italia gli manca e sorride compiaciuto al telefono sapendo che nella città dove è cresciuto non si parli d’altro: «Qualche weekend lo passo dai miei, ma qui sto bene (vive nella zona di Wimbledon). Si trova tutto, anche le specialità culinarie».
Eppure, nel Bel Paese ci tornerebbe di corsa, se arrivasse la chiamata giusta. Simpatizza per l’Inter «perché ero tifoso di Ronaldo» e se la telefonata fosse quella di Moratti «verrei anche a piedi». Tra gli allenatori è un grande estimatore di Zeman («adoro giocare in velocità con il team sempre all’attacco, Insigne è stato fortunato a trovare lui»). In campo si ispira a Drogba («molto tecnico ma anche potente»), mentre nel campionato italiano vede Juventus, Napoli e Inter un gradino sopra le altre. «C’è molto equilibrio, il Napoli sta disputando una grande stagione. Ora che è tornato a 3 punti dalla Juventus, può giocarsela fino alla fine».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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