Il Capitale Umano è di assoluto valore. Un valore che sale ancor più, perché Lorenzo Insigne è una delle espressioni massime di un vivaio che solo in talune occasioni ha sfornato pezzi pregiati. Un vivaio che il più delle volte s’è trasformato in un viavai, visto che molti di quelli che sono riusciti a superare i primi fondamentali step, sono poi partiti (o spariti). E pochi (tra cui lui) sono riusciti a tornare, per di più durante la fase più calda della carriera, ovvero il delicato processo di maturazione. Riuscendo anzi a prendersi tutto il consenso popolare, senza abbagliarsi o perdersi. Usandolo come una leva ingegnosa per crescere e svoltare.
EXPLOIT. Lorenzo Insigne è passato dai viali del condominio di via Rossini, in quel di Frattamaggiore, ed i classici vetri rotti in una non facile periferia, ai campi delle giovanili azzurre. Per poi cavalcare l’iperbole di Foggia e Pescara a suon di gol ed assist, facendo ritorno alla base come un figliuol prodigo che non s’abboffa solo d’affetto, ma che dilata anzi a dismisura la sua fame. Sino a duettare con i Cavani e gli Higuain, sino a calcare i palcoscenici europei ed a concorrere in maniera assolutamente determinante (doppietta alla Fiorentina in finale) alla conquista della Coppa Italia. Lorenzo Insigne rappresenta l’eccezione che prima (meglio), o poi, dovrà mandare la regola a farsi benedire. Quella del Nemo Propheta in Patria, che molto spesso si trasforma in un alibi. E dunque va a finire che la domanda, quella di un comico delle nostre parti, non dovrà essere «chi è?» , ma: «pecché?» . Sappiamo infatti sempre meglio chi è Lorenzo, ma poi bisogna chiedersi: perché è così mosca bianca, mentre in altre realtà (vedi Spagna) i replicanti abbondano?
FAVOLA. Tutto cominciò da quel Peppe Santoro, veggente oltre a talent-scout (ora team-manager con Mazzarri), che girava senza sosta per i campetti di periferia. E prelevò il trottolino di Frattamaggiore dall’Olimpia Sant’Arpino per soli 1500 euro. Nel 2008 Lorenzo esordisce nella Primavera, realizzando ben 15 gol nel torneo (2009/10) e poi la Viareggio-Cup del 2010, segnando due volte. Il tutto nemmeno quattro anni fa. Ora, a 22 anni, è marito, papà di Carmine, vanto del Napoli, scelta di Prandelli per i Mondiali. Forse non in extremis, ma già da tempo. Come canta Bennato: ogni favola è un gioco, che si fa con il tempo. Nel caso suo bruciando le tappe.
Fonte: Corriere dello Sport
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