C’è un dato che spiega perché il Napoli è a una distanza abissale dalla Juve e molto marcata dalla Roma: il numero dei gol subiti. La capolista (59 punti) ne ha incassati 16, i giallorossi (50) 11 e gli azzurri (44) ben 26. Ai quali vanno aggiunti i 9 in Champions League e i 4 in Coppa Italia. Le tre reti della Roma rendono più difficoltosa la qualificazione alla finale della manifestazione tricolore, anche se vi sono ancora molte chance per gli azzurri. Peccato per il gol di Gervinho a tre minuti dalla fine, sul primo palo, quello che un portiere di esperienza come Reina avrebbe potuto coprire.
La difesa del Napoli soffre perché non ha adeguata copertura. È il rischio della trazione anteriore. Una punta e tre mezzepunte, così i due mediani non sempre riescono a creare l’argine. E, se gli esterni non sono puntuali nelle chiusure, i rischi aumentano. Ma Benitez è stato chiaro: il modulo non si cambia, anche se sul 2-2 ha effettuato una mossa “italiana”, escludendo una punta (Higuain) e inserendo un centrocampista (Behrami). Non è bastato per mettere al sicuro il prezioso pareggio, Gervinho ha trovato il varco buono in una difesa che altre volte aveva incassato gol nei finali di partita: l’autorete di Zuniga nel primo match con il Borussia all’88’, i gol di Balotelli (Milan) al 91’, di Ayew (Marsiglia) all’88’, di Cassano (Parma) all’81’, di Keita (Lazio) all’88’, di Basta (Udinese) all’80’ e di Bianchi (Bologna) al 90’. Distrazioni fatali. E una fase difensiva – affidata non solo ai difensori di ruolo, evidentemente – non sempre impeccabile. Esattamente com’era accaduto a Bologna in campionato, mercoledì sera all’Olimpico il Napoli ha lasciato campo e calci piazzati nei minuti finali ai giallorossi, che ne hanno approfittato. D’altra parte, anche nel primo tempo non c’è stato il marcatore su Strootman, che ha potuto calciare da oltre venti metri e affondare Reina.
Spesso al Napoli neanche bastano due gol per chiudere le partite: è il limite più serio in questa stagione. Albiol è un esperto difensore, ma logorato, perché sempre utilizzato; Fernandez accusa ancora battute a vuoto, laddove Britos è diventato il terzo centrale, se non il quarto, perché Rafa è curioso di vedere il brasiliano Henrique in azione. Sulla fascia sinistra, dove l’assenza di Zuniga si avverte fortemente (e i tempi di guarigione si sono allungati), è spuntato il franco-algerino Ghoulam.
Se davvero Benitez ritiene di non poter fare un passo indietro rispetto alle proprie convizioni sull’equilibrio in campo, serve una concentrazione feroce in difesa perché i gol subiti sono zavorra pesantissima nella marcia di avvicinamento alla Roma e rischiano di essere decisivi nelle doppie sfide delle coppe. Sembrava che la situazione fosse migliorata dopo le prime due gare del 2014: cinque gol segnati e zero incassati. Ma era un’illusione.
Fonte: Il Mattino.
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