Momento no per John Terry. Il capitano del Chelsea, già nei guai per l’accusa di insulti razzisti a un avversario, ha ricevuto la ‘visita’ di alcuni malviventi che hanno fatto irruzione nel parco che circonda la sua residenza, sfondando il cancello con un palo. In casa c’erano la moglie Tony, i figli gemelli di quattro anni, la madre e la suocera. Prima che riuscissero a entrare, gli aggressori sono stati messi in fuga dalle guardie di sicurezza.
Non è chiaro quale fosse la loro intenzione (rapina, aggressione, danneggiamento o altro). “Sono tutti totalmente sotto shock per l’accaduto, soprattutto perché in casa c’erano i bambini e le due nonne. E’ stata un’esperienza spaventosa per tutti loro, in un periodo estremamente difficile per la famiglia”, ha commentato un amico del difensore inglese.
Terry aveva ingaggiato altri vigilantes in seguito alla vicenda degli insulti razzisti che avrebbe rivolto in ottobre ad Anton Ferdinand del Queens Park Rangers, per i quali andrà sotto processo. Durante la partita di giovedì, finita 1-1, i tifosi degli Spurs hanno fischiato e inveito contro il capitano dei Blues ogni volta che toccava palla.
A questo proposito, il Chelsea ha rifiutato la proposta dei suoi giocatori di poter indossare delle t-shirt in supporto di Terry. L’idea era stata presa in prestito da quella avuta dai calciatori del Liverpool per il compagno Luis Suarez, squalificato per aver rivolto insulti di tipo razziale al giocatore del Manchester United Patrick Evra, nel riscaldamento della gara contro il Wigan. Il Chelsea ha spiegato che, pur ribadendo il totale supporto al capitano, pensa che l’idea della t-shirt sia non appropriata e possa allo stesso tempo essere controproducente in vista dell’audizione di Terry davanti alla corte di West London in programma il febbraio prossimo.
Fonte: Sportmediaset
La Redazione
A.F.
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